Piastrelle, la storia diventa interattiva nel nuovo museo
FIORANO. Pensate a un museo che quando entrate vi assegna un nome e un ruolo di qualcuno che in passato ha lavorato nelle ceramiche di Sassuolo e Fiorano, poi con questa nuova identità vi immergete...
FIORANO. Pensate a un museo che quando entrate vi assegna un nome e un ruolo di qualcuno che in passato ha lavorato nelle ceramiche di Sassuolo e Fiorano, poi con questa nuova identità vi immergete anche fisicamente nella storia ormai ultracentenaria delle fornaci e successivamente delle imprese che hanno reso ricco questo territorio. Non solo. Il nuovo museo “Manodopera. L'uomo nobilita il lavoro” del castello comunale di Spezzano, che inaugura per il pubblico domenica alle 16, presenta sorprese multimediali a ogni passo. Anche se non si deve pensare che si tratti solo di forma perché dietro questa operazione, costata 1,4 milioni di euro del Comune di Fiorano e della Fondazione Cassa di Risparmio ci sono 8 anni di lavoro che hanno prodotto oltre 500 video di persone che raccontano storie legate al mondo delle ceramiche. E il pubblico troverà una lunga serie di sorprese, una per tutte: chi sa che alcune fabbriche negli anni Sessanta utilizzavano la coca cola per creare smalti migliori per le piastrelle? Ecco un viaggio in anteprima nel nuovo museo, con tutti i testi anche in inglese, al quale hanno lavorato Roberto Frasca dell'azienda ETT di Genova, la direttrice del castello Stefania Spaggiari e i curatori Paola Gemelli, Francesco Genitoni e Guglielmo Leoni. Ieri erano tutti al nuovo museo, circa 300 metri quadrati nei sotterranei del castello, a lavorare in attesa dell'apertura al pubblico e l'entusiasmo non mancava. «Abbiamo sfruttato gli spazi - spiegano gli organizzatori - anche dal punto di vista architettonico, ma naturalmente i contenuti sono ben presenti in ogni spazio perché qui è tutto vero e inoltre l'uso delle tecnologie prevede un continua aggiornamento e interattività con il pubblico». Tutto vero perché lungo il percorso è possibile accedere a un touch-screen e sfogliare numerosi articoli con il visitatore che può spedirsi i contenuti che più gli interessano alla propria mail. Questo non accade attualmente praticamente in nessun altro museo italiano, così come è molto raro anche l'utilizzo che si fa delle nuove tecnologie. Tanto per fare esempi modenesi: i nuovissimi musei Enzo Ferrari a Modena e Marca Corona a Sassuolo sembrano già datati per non dire di quelli storici e un po' polverosi sparsi dappertutto. «Abbiamo puntato molto anche sulla didattica - continuano gli organizzatori comunali - perché è un aspetto molto importante per il lavoro con le scuole. Abbiamo posizionato, a lato della sala conferenze, un tavolo multimediale sul quale fisicamente tutti i ragazzi potranno operare durante le visite guidate». Dopo le sezioni dedicate alla storia della ceramica a partire dalle fornaci e dagli strumenti utilizzati anche in epoca remota si entra in uno spazio con le macchine utilizzate nel corso dei decenni passati per le varie fasi di produzione delle piastrelle. Ma la sorpresa è verso la fine della visita: «Nelle ultime sale - continuano i responsabili museali -il pubblico vedrà una sala cinema con proiezioni che rispettano gli spazi storici, con pubblicità storiche delle aziende. Qui si apprenderà come nel nostro comparto siano stati prodotti milioni di piastrelle utili a coprire per due volte l'intera superficie terrestre». Altre sorprese alla fine della mostra. Un vecchio telefono a gettoni al quale è possibile dettare le proprie considerazioni che poi finiranno sui social network, alcune vetrine trasparenti che espongono oggetti, ma nella parte anteriore paiono schermi di computer e un grande schermo chiamato “kinect” con numerose testimonianze “sfogliabili” disegnando gesti nell'aria.