Gazzetta di Modena

Modena

domani per le scuole e di sera all’auditorium biagi

Lotta alla mafia: spettacolo di teatro e dibattito

di Chiara Bazzani
Lotta alla mafia: spettacolo di teatro e dibattito

Iniziativa benefica pro terremotati e alluvionati: intervengono Camassa, Zincani e Imperato

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Il tema della legalità e della lotta alle mafie è sempre attuale e sarà oggetto di riflessione di una doppia iniziativa a Modena domani con lo spettacolo teatrale “Giovanni e Paolo: aldilà di Falcone e Borsellino”, dedicato alle figure dei due magistrati, e un dibattito.

Su testo scritto dal giudice Alessandra Camassa, Presidente di sezione del Tribunale di Trapani, e diretto da Dario Garofalo, lo spettacolo sarà presentato domani mattina per le scuole, e in replica alla sera alle 20.30 presso l'Auditorium Marco Biagi; al termine della rappresentazione seguirà un dibattito con la stessa Camassa, il procuratore della Repubblica di Modena Vito Zincani e il sostituto procuratore della Repubblica di Modena Marco Imperato.

L'appuntamento è promosso dal Movimento per la Giustizia appartenente all'Associazione Nazionale Magistrati, e si avvale del sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia, con il patrocinio del Comune di Modena. L'ingresso è a offerta libera, e i fondi saranno destinati alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma e dall'alluvione.

«Negli ultimi anni si è parlato tanto dei rischi di infiltrazione in seguito al terremoto, e credo sia importantissimo parlare di regole. Ma se non c'è una prevenzione culturale le regole non bastano – precisa Imperato – Fondamentale è la rete che si crea con il tessuto economico politico e istituzionale per non far sentire troppo vulnerabile o troppo sensibile l'imprenditore che, nella logica miope di ottenere denaro subito, si immette in un circuito che però poi gli toglie la libertà di fare impresa in modo autonomo e legale come prima. Sulla base anche di recenti esperienze negative, come quella dell'Aquila, qui la ricostruzione è da subito partita col coordinamento della Regione che ha visto come interlocutori anche l'ufficio della Procura di Modena; si è creato un gruppo interforze che univa l'azione dell'autorità giudiziaria alle forze di polizia con gli enti che dovevano gestire il flusso di denaro e filtrare le aziende che potevano partecipare agli appalti, e filtrarle con capacità di osservazione sempre più forte. Però naturalmente non è detto che questo basti, perché la capacità di mimetizzazione dei soldi mafiosi e dell'impresa mafiosa aumenta sempre di più».

Esistono segnali sospetti, come flussi di denaro anomali o legati a imprese tipicamente connesse ad interessi mafiosi «ma il dato etnico territoriale da solo non basta – prosegue Imperato - Diventa decisivo, a questo proposito, il fatto che oggi non abbiamo la possibilità di fare indagini sui falsi in bilancio, perché proprio il falso in bilancio, che è stato praticamente depanierizzato, e lo è ancora nonostante le indicazioni europee, è la finestra da cui entrano le tangenti e da cui arriva il denaro sporco».