L’Appennino e le Alpi: i paesaggi d’alta quota del tedesco Axel Hütte
Venti immagini del maestro negli ultimi dieci anni d’attività Alcuni scatti realizzati anche sulle montagne del Modenese
MODENA. Il ritorno al Foro Boario, dopo cinque anni di attività espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio all'ex Sant'Agostino che sta per essere ristrutturato (il cantiere partirà in luglio) per diventare un polo culturale “firmato” Gau Aulenti, ci riporta con il pensiero ai grandi appuntamenti del passato, riguardanti le differenti espressioni dell'arte contemporanea (Surrealismo, Informale, la Scultura del Novecento, Action Painting...) che Modena non ha più vissuto. Certo, è cambiata musica, perché è nata Fondazione Fotografia. E fotografia sia in eterno. Grandi nomi (Adams, Weston, Chapell...) ma pur sempre fotografia. E ora arriva il tedesco Axel Hütte, la cui opera viene presentata da oggi, con inaugurazione alle 18.30, al 29 giugno (ingresso 5 euro, gratuito il mercoledì). Venti immagini come percorso degli ultimi 10 anni di attività del sessantatreenne artista di Essen che vive e lavora a Düsseldorf, dove ha frequentato l'accademia, seguendo i corsi del maestro Bernd Becher, e fa parte della nota “scuola” che porta il nome della città e annovera fotografi impegnati nella scoperta del paesaggio naturale e urbano. E tutta rivolta alla natura è la fotografia di Hutte che assume connotazioni pittoriche nei pezzi di grandi dimensioni della serie “Water Reflections”, “Glaciers”, “Caves” e “New Mountains”. Dell'ultimo ciclo sul paesaggio montano fanno parte lavori dell'esperienza vissuta da Hütte nell'Appennino Tosco-emiliano, con incursioni e tappe, in varie stagioni, nel territorio modenese. «Un anno e mezzo di spostamenti, come un viaggiatore dell'800 impegnato - dice il curatore Filippo Maggia - nell'avventura del “Grand Tour”, dall'Appennino alle Alpi, sfruttando i passi alpini». Un viaggio alla ricerca, con una predisposizione romantica, di una natura primitiva, con la capacità di scoprire il fascino dei luoghi (Fanano, Passo Giau, Passo Sella, Passo dello Stelvio) che la neve pare proteggere nelle variazioni di luce e gradazioni dei colori. È sempre animato di passioni il rapporto dell'artista con la natura, costantemente mutevole, di cui pare indagare le forze nascoste che la nebbia e le nuvole nere rendono ancora più oscure. Non è per Hütte solo vagheggiamento, ma comunione col paesaggio anche negli aspetti intensi e cupi (Underworld), come ad esprimere un legame di corrispondenza tra natura e uomo. Immagini dinamiche che rendono il reale quasi visionario (Glaciers del Bossons, in Francia), pur assumendo solo raramente cadenze astratte. Non a caso la mostra ha per titolo “Fantasmi e realtà”. La fotografia è sempre intessuta di viaggi e avventure in Austria, Svizzera, Stati Uniti, Hawai, Alaska e anche in Italia. A Venezia Hütte ha puntato l'obiettivo, lo scorso anno, su palazzi nobili, come da un programma della Fondazione Bevilacqua La Masa sulla città. Lavori che vengono presentati dal 5 giugno al 5 otttobre alla Galleria di piazza San Marco, per la Biennale di Architettura.