Terremoto e trivellazioni/Casari: «Quei segnali erano evidenti »
Il farmacista col suo sismografo sosteneva che erano in arrivo scosse. Ora plaude a chi non esclude rapporti con le trivelle
NOVI. «Finalmente la scienza è concorde con il buon senso di chi diceva, già in tempi non sospetti, che trivellare in un territorio a vocazione sismica come il nostro, non può che accentuare il danno di un terremoto». A parlare è Giovanni Casari, il farmacista appassionato astrofilo che, da soggetto indipendente con un sismografo posizionato proprio sull'epicentro della scossa del 29 maggio 2012 nella sua abitazione di corso Marconi, ha misurato scosse dal valore più alto delle stime ufficiali a partire dal 24 maggio di quell'anno terribile. Casari, inoltre, nei giorni precedenti le tremende scosse del 29, aveva registrato sempre tramite il suo sismografo un avvicinamento dello sciame sismico persistente, tale da lasciare presagire che si sarebbe verificato un terremoto. Così com'è stato. Naturalmente, all’epoca le sue parole spaccarono in due l'opinione pubblica: da un lato chi dava ragione alle rilevazioni ufficiali e alla versione secondo cui i terremoti, in alcun modo, non si possono prevedere. Dall'altro, invece, chi dice, come il dottor Casari che la terra e le onde magnetiche possono dare informazioni importanti sul sisma. «Il fatto che la commissione di esperti sia arrivata a valutare una possibile correlazione tra il sisma del 2012 e le trivellazioni al Cavone di certo fa riflettere - sottolinea Casari - Pur evidenziando che noi siamo una zona sismica e quindi soggetta a terremoti, ho sempre affermato che ogni forzatura dell'ambiente naturale accentua il rischio di terremoto. Di certo, infatti, la sismologia della nostra zona non viene favorita dalle trivellazioni. Se siamo un territorio sottoposto a rischio, perché insistere con questi interventi?». E un mese e mezzo fa il sismografo di Casari aveva ripreso a tracciare quei segni caratteristici che precedono il sisma. «Fortunatamente, però - continua il farmacista - tale movimento è sfociato in piccole scosse di assestamento che non hanno provocato danni. Attualmente, siamo ritornati in un periodo di quiete e non si registrano variazioni preoccupanti. Lasciamo le cose nel loro stato naturale. Io sono stato criticato perché si dice che non è possibile prevedere terremoti: bene, tuttavia è possibile prevedere una situazione di rischio e di pre allarme. Nel periodo del sisma, addirittura, nei pozzi l'acqua era arrivata ad ebollizione e si era registrata una variazione magnetica di un grado in un giorno: tutti questi parametri non vengono considerati in via ufficiale perché nessuno vuole prendersi la responsabilità di evidenziare dei rischi. Per questo, quando un mese e mezzo fa avevo visto quell'intensificarsi di sintomi preoccupanti ne avevo parlato solo con gli amici del circolo naturalistico novese… Sarei stato accusato di creare allarmismo».
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