«Quando cominciai a star male avevo scelto il silenzio»
Ecco una lettera in cui si racconta l’esperienza di una persona affetta dalla depressione e della sua lotta per affrontare e superare la malattia. Una lettera semplice e chiara che sottolinea come...
Ecco una lettera in cui si racconta l’esperienza di una persona affetta dalla depressione e della sua lotta per affrontare e superare la malattia. Una lettera semplice e chiara che sottolinea come sia determinante non solo la speranza ma soprattutto la convinzione che il proprio stato possa cambiare.
“Sono uscito da una crisi depressiva che mi ha portato a tentare il suicidio. Oggi mi sento un sopravvissuto e vorrei approfittare di questo spazio per raccontare la mia esperienza e dire una cosa semplice e chiara: la depressione non è un male incurabile!
Quando ho cominciato a sentirmi male non ne parlavo con nessuno, anche se poi la situazione è scoppiata. L'auto-isolamento è un circolo vizioso che alimenta il rimuginio di pensieri ossessivi da cui non ci si libera facilmente.
La caratteristica principale per riconoscere una depressione è la sensazione di stasi. La percezione di dover convivere con essa per tutta la vita, a volte, spiega i tentativi di suicidio. Conoscevo la depressione solo tramite l'esperienza di mia madre, la mia ignoranza sull'argomento mi portava a dubitare che una terapia farmacologica avrebbe potuto aiutarmi.
Per fortuna mi sono dovuto ricredere, ma a me piace pensare che ne sono uscito anche grazie alla sensazione che la mia situazione poteva cambiare.
Finché mi convincevo del contrario continuavo a star male, il che significa che sbagliamo quando giudichiamo qualcosa come “immutabile”. Per fortuna possiamo sempre cambiare, e cambiare significa vivere. E non sentirsi più estranei l'un l'altro, considerare le nostre differenze come qualcosa di positivo, permette di cambiare noi stessi e il mondo circostante. Nulla è sempre uguale a se stesso”.