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«Ristorazione in sagre e fiere: la Regione riveda le regole»

«Chiediamo alla Regione di prevedere l'obbligo per i Comuni di regolamentare in modo più efficace, in accordo con le associazioni del settore, la somministrazione di alimenti e bevande in occasione...

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«Chiediamo alla Regione di prevedere l'obbligo per i Comuni di regolamentare in modo più efficace, in accordo con le associazioni del settore, la somministrazione di alimenti e bevande in occasione di sagre e feste e di ridurne il limite massimo attuale, di 30 giornate, per la somministrazione temporanea per ogni evento». È questa la richiesta avanzata dai gestori di ristoranti, bar e pubblici esercizi aderenti a Fiepet-Confesercenti (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici) in occasione della modifica che la Regione ha predisposto, alla legge regionale in materia di ristorazione e pubblici esercizi. L'attuale sistema, infatti, a giudizio dei ristoratori associati a Fiepet, «oltre a rappresentare una forma di concorrenza sleale nei confronti degli esercizi del settore, non garantisce la sicurezza per i consumatori da un punto di vista delle normative igienico sanitarie. Noi ristoratori - afferma Gianfranco Zinani presidente di Fiepet Confesercenti Modena - non siamo contrari a manifestazioni che valorizzano il territorio, le sue tipicità e le sue culture. Riteniamo però che la moltiplicazione delle autorizzazioni alla somministrazione in via temporanea in occasione di questi eventi, abbia assunto una dimensione eccessiva in presenza di norme e adempimenti semplificati che rendono impossibile forme di controllo adeguate da parte degli organi proposti proprio a tutela della salute del consumatore». «La pesante crisi economica che stiamo attraversando - conclude Zinani - ha fortissime ripercussioni sui consumi. Non ci si può permettere di tollerare regimi diversi in cui, da una parte, c'è un sistema di imprese sottoposte a mille adempimenti e a ogni forma di controllo mentre, dall'altra, esiste un variegato mondo dove tutto è permesso e reso possibile da ogni forma di agevolazione in virtù di una “semplificazione” sbagliata e dannosa per le imprese e per i consumatori. Questo sistema produce una situazione di concorrenza sleale che rischia di far chiudere definitivamente le imprese del nostro settore».