«Uscire dal guscio con la condivisione»
Quella che segue è la testimonianza di un utente dei servizi di salute mentale di Modena che racconta il suo processo di accettazione della malattia e la scoperta della condivisione e della attività...
Quella che segue è la testimonianza di un utente dei servizi di salute mentale di Modena che racconta il suo processo di accettazione della malattia e la scoperta della condivisione e della attività sociale come forme “terapeutiche” che aiutano ad uscire da un isolamento tanto doloroso quanto pericoloso. Ecco la sua esperienza dalla scoperta della malattia fino alla lenta risalita verso una accettazione non facile ma costruttiva.
“Quando mi ammalai il dottore disse che avevo un'ebefrenia paranoide, che sarebbe una forma di schizofrenia giovanile. Ricordo che nei primi anni di malattia provavo un'angoscia terribile e una confusione indescrivibile di immagini e suoni nella testa.
Non accettavo di essere malato. Nello stesso tempo, però, sentivo di non stare bene. Passavo da momenti di depressione a momenti di delirio d'onnipotenza. Mi vergognavo di non aver finito la scuola di ragioneria, poi ho avuto un lutto in famiglia, un fulmine a ciel sereno.
Con la perdita di mio fratello si amplificò all'ennesima potenza il mio malessere, mi sentivo in colpa perché avevamo litigato un mese prima della sua morte e non avevamo fatto pace. Non uscivo di casa durante il giorno ma solo di notte e non prendevo più le medicine regolarmente.
Mia madre ne soffriva anche se cercava di non darlo a vedere. Per fortuna è sempre stata una donna molto forte, con sani principi morali e una grande fede in Dio.
Poi, a un certo punto, cambiai medico e la dottoressa nuova mi spronò a uscire dal tunnel buio e tenebroso in cui ero entrato, proponendomi una borsa lavoro presso una cooperativa e segnalandomi al mondo dell'associazionismo sociale di cui non conoscevo ancora l'esistenza.
In questo modo sono riuscito ad uscire dal mio guscio e ora faccio parte della redazione multimediale di “Social point”, vado alla “Notte da matti” e ogni anno partecipo alle iniziative che vengono realizzate in occasione della “Settimana della salute mentale”. Ho accettato la malattia e convivo con essa, anche se fra alti e bassi”.