Gazzetta di Modena

Modena

Chioschi bulgari: i cantieri non riaprono

di Carlo Gregori
Chioschi bulgari: i cantieri non riaprono

Il Tribunale del Riesame respinge la richiesta di dissequestro. Il Comune ora cerca un’alternativa per l’estate sui Viali

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Caso chioschi: il Tribunale del Riesame ha deciso di lasciare i sigilli ai quattro cantieri. I giudici hanno infatti respinto le richieste di dissequestro presentate dal Comune (tramite l’avvocato Massimo Vellani) e dai concessionari (tramite l’avvocato Marco Pellegrini) che considerano l’inchiesta della Procura come un’ingerenza su un vasto progetto comunale di riqualificazione del centro storico (oltre che del parco) anziché su una pura edificazione di chioschi in cemento armato. I giudici invece si allineano sia con la Procura, per la richiesta avanzata da sostituto Claudia Natalini che sta indagando, sia del gip Eleonora De Marco.

L’avvocato Marco Pellegrini, per conto dei concessionari dei quattro chioschi in costruzione - ora sigillati a tempo indeterminato per il sequestro preventivo voluto dalla Procura - fa sapere che si attendono le motivazioni del Riesame e poi si procederà eventualmente con un ricorso in Cassazione. «Restiamo dell’idea che, preso atto dello stato avanzatissimo dei lavori, sarebbe stato forse opportuno attendere di avere un quadro più definito prima di procedere con il sequestro. A fronte della presentazione di esposti che ipotizzino violazioni di natura penale è doveroso l’intervento della Magistratura; è altrettanto vero, però, che, in un ambito così complesso come quello della gestione della “cosa pubblica”, la discrezionalità, tecnica e decisionale, assume connotazione preponderante ed insindacabile. Siamo certissimi della legalità dell’intervento dei gestori dei chioschi e pertanto proseguiremo il nostro percorso giudiziario con il ricorso per Cassazione, ove la lettura delle motivazioni lo legittimasse».

«Abbiamo in piedi, in ogni caso, un dialogo con il Comune di Modena per trovare una soluzione alternativa e non contrappositiva. Non è ammissibile una stagione estiva senza chioschi nel Parco. In questi pochi giorni sono state raccolte almeno mille firme, in città, di residenti che apprezzano il Progetto e vogliono l’apertura dei nuovi chioschi. Vorremmo poter spiegare ai cittadini che si sono opposti a questo intervento la sua reale natura, l’impatto favorevole che potrebbe avere e come si vorrebbe migliorare la vivibilità del Parco in maniera innocua e sostenibile per l’ambiente. Non può peraltro ignorarsi come, ogni giorno che passa, il danno economico degli imprenditori che hanno abbracciato questo Progetto aumenti in maniera preoccupante».

Laconico il commento del sindaco Giorgio Pighi che non accenna ancora all’ipotesi di un ricorso in Cassazione: «I lavori che si stanno svolgendo vengono momentaneamente interrotti per evitare che possano trasformare il contesto che, appunto, forma oggetto di accertamento da parte della Procura. Esiste una questione relativa alla fruibilità delle aree pubbliche della città ed è indispensabile che venga consentito di mettere a servizio dei cittadini, dei giovani in particolare, gli spazi necessari che in ogni città contemporanea rendono vivibile un parco. Massima disponibilità da parte del Comune ad approfondire, in questa fase, anche ipotesi temporanee per l’estate».

Sul caso interviene anche Carlo Giovanardi, promotore di un esposto: «Con la solita arroganza si è voluto negare l'evidenza della costruzione di ecomostri in cemento armato anche dove non erano mai esistiti, accelerando addirittura i lavori per mettere tutti davanti al fatto compiuto. Mentre giustamente la magistratura vuol vederci chiaro nell'oscuro rapporto fra amministrazione e concessionari che operano su un parco vincolato, con un po' di intelligenza e buona volontà si possono trovare soluzioni transitorie per la prossima stagione estiva. Nell'esprimere solidarietà agli operatori economici danneggiati dalle imposizioni del Comune vogliamo respingere con sdegno il tentativo di ribaltare sui modenesi i macroscopici errori della giunta Pighi».