Piastrelle, l’export sale ancora (+7%)
Segnali continui di ripresa soprattutto grazie agli Usa (+14,7%). Bene il biomedicale, perde il tessile-abbigliamento
Si conferma positivo il quadro per il sistema dei distretti produttivi dell’Emilia Romagna, che nel 2013 registra una crescita delle esportazioni del +3,6%, raggiungendo così i 10,9 miliardi di euro, nuovo massimo storico. A fare da traino all’export regionale il successo delle piastrelle di Sassuolo (+7%), primo della regione per valori esportati (insieme alle macchine per l’imballaggio di Bologna a +7,6%). Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dal servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma. Entrando nel dettaglio si osserva come il distretto delle piastrelle di Sassuolo, dopo il crollo del 2009, stia evidenziando una lenta ripresa: nel 2013 l’export è cresciuto del 7% portando i livelli degli scambi a 2,6 miliardi di euro, valori ancora inferiori rispetto al picco pre-crisi di circa 8 punti percentuali. Nel 2013 è stato trainante l’export verso gli Stati Uniti (+14,7%): la ripresa del mercato immobiliare ha sostenuto la domanda di prodotti per le costruzioni e di piastrelle italiane. Gli scambi verso gli Usa si sono attestati a 275 milioni di euro, in progressivo recupero dai minimi toccati nel 2008, ma ancora lontani da un pieno rientro delle perdite subite. Le esportazioni sono cresciute anche in Francia (+3,1%) e Germania (+2,6%), primi due sbocchi commerciali che raggiungono rispettivamente 535 e 362 milioni di euro di valori scambiati. Dall’analisi dei principali mercati di sbocco, emerge una diversificazione geografica del distretto delle piastrelle piuttosto contenuta: nel 2013 i primi quattro mercati di sbocco, Francia, Germania, Stati Uniti e Belgio, hanno recepito 1,2 miliardi di euro, circa il 50% dell’export complessivo del distretto. Tra i mercati emergenti spiccano il mercato russo, verso il quale l’export è cresciuto a doppia cifra nel biennio 2012-13, in recupero dopo il crollo del 2009, e l’Arabia Saudita, rispettivamente quinto e decimo sbocco commerciale del distretto modenese.
Segnali positivi anche nel distretto dei salumi modenese (+7,3%), trainato dai mercati inglese e russo. Più contenuto l’incremento per le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+3%), trainato dalle vendite negli Stati Uniti; e le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia, che chiude l’anno in crescita dello 0,3%.
Prosegue invece il calo per la maglieria e abbigliamento di Carpi (-1,8%), terzo distretto della regione per valori esportati, che registra una perdita sui primi tre mercati di riferimento quali Francia, Germania e Spagna.
È cresciuto nel 2013 anche l’export dei due poli tecnologici monitorati, il polo biomedicale di Mirandola (+6,3%) e il polo ICT di Bologna e Modena (+9,8%). Per il polo mirandolese si sono osservati segnali positivi importanti negli Stati Uniti, mentre sono calate le vendite in Germania e Francia (primo e terzo sbocco commerciale). Il recupero osservato non è però stato sufficiente a compensare le perdite subite per effetto del terremoto: nel 2013 i flussi hanno toccato i 267,5 milioni di euro, valore inferiore del 19 per cento rispetto al 2011.
Nell’annata 2013 si è osservato un lieve ridimensionamento delle ore di cassa integrazione nei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna (-5,7%). In contrazione le ore di cassa integrazione anche nei due poli tecnologici (-35,8% nel 2013), sia per l’Ict che il biomedicale, determinata dal ridimensionamento delle ore di ordinaria e in deroga.