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Cna Modena tratta con i sindacati per sanare il bilancio

di Davide Berti
Cna Modena tratta con i sindacati per sanare il bilancio

Modena. L’associazione è in crisi, ma per i 720 dipendenti nessuna riduzione di organico Non passa la proposta di intervenire sui salari, entro maggio la decisione

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La crisi arriva anche alla Cna. E fa ancora più effetto quando la situazione di difficoltà economica entra dalla porta principale di quella che è un’associazione tra le più grandi e rappresentative del nostro territorio. Ma quando Cna si trova costretta a presentare un piano industriale per far fronte ad un bilancio in rosso e si accorge che l’unico modo per far tornare i conti è intervenire sui dipendenti, significa che la crisi è più che mai tangibile. Cna, un punto di riferimento per le aziende artigiane e le piccole industrie della nostra provincia, che in queste ore è in trattativa con i sindacati per capire come agire. Il problema è che, proprio perché si tratta di un’associazione e non di un’azienda che vende un prodotto, l’unico costo sul quale intervenire sembra essere quello del personale. Resta da stabilire come. Ma i dipendenti non ci stanno, grazie alla Filcams Cgil hanno intavolato una trattativa con la presidenza che non ha ancora avuto gli sbocchi sperati: «Siamo alla fase di studio - spiega Alessandro Fini della Cgil - e proprio per questa ragione, tra bilanci, previsionali e budget, stiamo aggiornando le nostre riunioni giorno dopo giorno per capire fin dove si può arrivare a fare proposte, non prima di aver misurato con attenzione ciò che Cna chiede». L’associazione di via Malavolti conta, su tutto il territorio provinciale, qualcosa come 720 dipendenti. Nonostante tra questi ultimi la preoccupazione sia alta, Fini precisa subito un aspetto: «Da quando ci siamo seduti al tavolo è stata subito messa in chiaro una cosa: non è in discussione la pianta organica dell’associazione, non si parla di nessuna riduzione del personale». Ma la proposta di ridurre gli stipendi è arrivata, come è successo nella vicina Bologna, e lì qualcuno si è irrigidito, al punto di portare sul tavolo le retribuzioni dei manager, dal direttore generale Maurizio Torreggiani a scendere: «In un caso del genere - spiega Fini - si dovrebbe agire in modo progressivo a seconda della posizione ricoperta, ma non vogliamo si arrivi a questo, anzi. La nostra posizione sul taglio degli stipendi è molto netta. Stiamo ascoltando proposte, invece, sulla parte integrativa, che però, non va dimenticato, è in essere fino alla fine di quest’anno. Ci aspettiamo, quindi, che Cna presenti un piano di riorganizzazione a 360 gradi».

Molto chiara la posizione di Cna: «Da circa tre mesi abbiamo iniziato a rapportarci con i sindacati con l’obiettivo di individuare quelle misure in grado di permetterci di mettere in sicurezza i conti. La recessione con cui si misurano le imprese inevitabilmente si riflette anche sulle associazioni, una congiuntura peggiorata, e non avrebbe potuto essere altrimenti, dal sisma, che ha colpito un territorio dove Cna ha circa un 40 per cento del proprio mercato. Il confronto sta ruotando attorno ad alcuni punti, all’insegna di una manovra peraltro temporanea che si inserisce in un più ampio piano industriale volto al rafforzamento dell’Associazione. L’approccio, appunto, oltre a quello della temporaneità, vuole esser quello di fare squadra per reagire alle difficoltà e investire sul futuro. Lo dimostra il fatto che non sono previsti esuberi o licenziamenti. L’obiettivo è quello di arrivare ad un intesa nel giro di qualche settimana». Il tavolo, insomma, è ancora aperto.

@dvdberti

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