Gazzetta di Modena

Modena

Devasta la casa in affitto: condannato a nove mesi

di Carlo Gregori
Devasta la casa in affitto: condannato a nove mesi

Modena. Quasi quarantenne, bella presenza, aria da manager ma non paga da mesi: la proprietaria lo sfratta e lui vandalizza l’alloggio scrivendo offese e oscenità

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L’incubo di ogni locatore di appartamenti. Quasi quarantenne, giacca e cravatta, bell’aspetto e l’aria da manager con un buon tenore di vita. Eppure non paga l’affitto e arriva a vandalizzare l’appartamento prima dello sfratto provocando danni intorno a 7mila euro. Ora si dichiara anche in stato di miseria. E anche se il giudice lo ha condannato senza sospendere la pena, non manifesta intenzione di pagare un risarcimento per i danni vandalici compiuti. L’imputato S.R., modenese, difeso dall’avvocato Massimo Porta, è stato condannato ieri mattina dal giudice monocratico a nove mesi di pena. La pena non è sospesa, come detto, e probabilmente il suo difensore ricorrerà in appello. In seguito, è possibile che si avvii una causa civile che fisserà il risarcimento.

La storia esplode nel novembre 2012 quando S.R. riceve notifica dello sfratto esecutivo. È la fine del suo turbolento rapporto con l’anziana padrona di casa, una modenese di 77 anni. Da quando abita in un appartamento in un condominio di via Morane. S.R. diceva di essere un professionista, si presentava elegante, spigliato e distinto. Una sorta di manager in carriera, una “persona a modo”. Ma è anche un inquilino che non paga l’affitto e la sua morosità non solo si accumula ma porta a una forte tensione con la proprietaria che avvia le pratiche legali per arrivare allo sfratto esecutivo. Tra i due non corre affatto buon sangue e inizia una sorta di braccio di ferro proprio intorno a quell’appartamento. Il finale ha un sapore apocalittico. Una decina di giorni prima che lo sfratto diventi esecutivo con la citofonata dell’ufficiale giudiziario, S.R. si prende la sua vendetta.

Come accerterà la Procura nel corso delle indagini, svuota la casa di quasi tutto il mobilio portando via anche alcuni pezzi dal bagno.

Quando l’appartamento diventa spoglio, inizia a togliere tutte le maniglie smontandole ad una ad una.

Poi sigilla tutti gli infissi e le porte con colle e siliconi. Infine, passa alla fase più inquietante.

Con vernice spray scrive sulle pareti frasi oscene e offensive contro la padrona di casa. Frasi che sfogano tutto il suo risentimento verso l’anziana. E che di fatto con i loro contenuti, quasi una firma, eliminano ogni dubbio sull’autore del raid vandalico.

Per finire decide di manomettere anche la porta e di sigillarla. Dopodiché sparisce. Passano i giorni arriva il momento dello sfratto esecutivo.

La proprietaria e l’ufficiale giudiziario trovano la casa spoglia, piena di scritte e completamente rovinata. Scatta la denuncia contro S.R. E ieri la conclusione del processo con la condanna a nove mesi.

Ma in udienza la parte civile non c’era: la proprietaria non si è costituita perché nel frattempo era venuta a sapere che S.R. si era dichiarato di fatto nullatenente e senza un lavoro fisso e quindi non avrebbe avuto modo di ottenere un risarcimento dovendo invece affrontare spese legali.