La ex Casoni passa da Averna a Campari
Finale. Il gruppo milanese ha rilevato l’azienda sicula che da 4 anni controllava la produzione di liquori nella Bassa
L’azienda ex Casoni di Finale, produttrice di liquori, cambia nuovamente proprietà. Quattro anni fa l’impresa di Mario Casoni era stata ceduta al gruppo siculo Averna, quello del “gusto pieno della vita” che da anni aggredisce il mercato delle bevande alcoliche con spot pubblicitari.
Ma è di ieri l’annuncio ufficiale del nuovo passaggio di proprietà al grande gruppo milanese Campari, che ha acquisito l’azienda Averna e di conseguenza anche la ex Casoni di Finale, che dà lavoro a una settantina di dipendenti, cui si aggiungono i 35 della sede sicula di Caltanissetta, oltre alla rete di venditori.
Nella giornata di ieri nella sede di Finale si sono presentati due manager del Gruppo Campari per rassicurare i dipendenti riguardo la continuità produttiva di entrambe le realtà. In particolare il manager Stefano Saccardi ha garantito che non ci saranno contraccolpi dal punto di vista occupazionale. Dal canto loro i sindacalisti locali attendono che le stesse garanzie vengano comunicate nel corso di un incontro ufficiale con le parti sociali. Oggi è in programma un incontro di questo tipo nella sede di Caltanissetta.
Campari, importante gruppo quotato a Piazza Affari, rileva con questa operazione il 100 per cento di Averna e punta su amari, limoncello e grappa per crescere in Europa e negli Stati Uniti. L'acquisto per 103,75 milioni della storica azienda, fondata a Caltanissetta più di 150 anni fa e guidata per cinque generazioni dalla famiglia Averna, consente a Campari di allargare l'offerta per il dopo-pasto, finora limitata a Cynar.
Commentando l'operazione, l'amministratore delegato di Campari, Bob Kunze Concevitz, ha sottolineato il ruolo di «riferimento giocato dal gruppo nel settore dei liquori e degli amari italiani nel mondo». Averna rappresenta «un portafoglio di marche contraddistinte da elevata qualità, profittabilità e forte generazione di cassa» e una «opportunità - ha detto ancora - per fare leva sulla nostra struttura distributiva diretta nei mercati chiave». Oltre all'Italia le nuove etichette consentono a Campari di consolidare la presenza «in Europa centrale, in particolare in Germania», ma anche negli Stati Uniti.
Nel 2013 il Gruppo Averna ha realizzato vendite nette totali per 61,8 milioni di euro (+3,1% sul 2012), rispetto a un totale di 1,5 miliardi fatturati da Campari. Il 40% circa delle vendite è rappresentato da Averna e l'11% da Braulio e Limoncetta. La quota restante è rappresentata da un portafoglio di marchi nel settore dei superalcolici, tra cui Grappa Frattina. L'Italia rappresenta circa il 65 per cento del fatturato totale dell'azienda siciliana mentre il 35 per cento delle vendite internazionali è realizzato prevalentemente in Germania e Austria.
La chiusura dell'operazione è prevista per il prossimo 3 giugno. La valutazione di Averna di 103,75 milioni moltiplica per 9,2 volte il margine operativo lordo del 2013. Il prezzo fissato è di 98 milioni mentre la parte rimanente dell’importo rappresenta l'indebitamento finanziario di Averna.
Il Gruppo, oltre che Campari e Averna, controlla anche Frangelico, Cynar e Aperol.
Si chiude così una storia cominciata nel 1868 quando Salvatore Averna, discendente di una famiglia di commercianti di tessuti, avviò la produzione del celebre amaro: la ricetta, ancora oggi segreta come quella della Coca Cola, gli era stata donata nel 1859 da fra’ Girolamo dell'abbazia benedettina di Santo Spirito in segno di riconoscenza per le sue opere di benefattore.
Ora a Caltanissetta era rimasto il centro operativo. Le nuove linee produttive e commerciali della società si erano già spostate appunto a Finale, in Lombardia, in Piemonte.
In Sicilia era stata mantenuta, nello stabilimento della vallata di Xiboli, la produzione dell'amaro: quasi un legame romantico con il sito da cui tutto era cominciato. Ora, con la cessione alla Campari, si chiude la parabola imprenditoriale di uno dei simboli positivi della Sicilia.