Gazzetta di Modena

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Sinergas flirta con Sorgea e scoppia il caso degli utili

di Francesco Dondi
Sinergas flirta con Sorgea e scoppia il caso degli utili

Da giorni si discute sulla fusione, ma Finale resta critica per l’assenza di numeri Nonantola vuole dividere i soldi in base ai residenti e i sindaci litigano senza sosta

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FINALE. La discussione è aperta da tempo, ma nessuno ha osato ancora fare il passo decisivo. Eppure la politica - perché sia Sinergas, controllata da Aimag e Sorgea Energia, che fa capo a Sorgea hanno una guida partitica - sta valutando una maxi-fusione che però non trova grandi consensi, almeno per quanto riguarda l’amministrazione-Ferioli. In primis perché non esiste ancora un piano di quote societarie del futuro gruppo e poi perché Finale, semmai dovesse liberarsi di Sorgea, lo vorrebbe fare per incassare denaro sonante, necessario a riequilibrare un bilancio sempre traballante ed evitando di fatto l’aumento della tassazione locale. La fusione, invece, porterebbe in dote soltanto una nuova partecipazione e nessun guadagno economico. Un ulteriore freno all’operazione è di natura elettiva: Nonantola, Crevalcore e Ravarino, ossia tre soci di Sorgea andranno a votare a maggio e operazioni di questo tipo sono sconsigliate a fine legislatura così come il presidente di Sorgea Energia, Dante Pola, è ormai a scadenza di mandato.

Ma è soprattutto all’interno di Sorgea che gli animi sono da tempo molto caldi e come sempre la questione ruota intorno ai soldi. Sorgea sarebbe disponibile a distribuire utili, ma il litigio è all’ordine del giorno. Lo statuto prevede che il dividendo sia calcolato in base alle quote societarie (Finale ha la maggioranza relativa con il 42%), ma Nonantola e Crevalcore, in un cartello d’intenti, spingono per un’altra strategia che tenga invece conto dei cittadini residenti. Ovvio che a queste condizioni Finale non voglia partecipare.

L’impossibilità di distribuire utili e l’alta tensione tra i soci ha poi ricadute sull’operatività dell’intero gruppo. L’assenza di un accordo politico ha gettato la multiutility in una fase di cronico stallo, accentuato da un’altra discussione: la nomina del presidente. Novello Lodi è stato riconfermato per la quarta volta nonostante Finale volesse cambiare per incaricare un manager con competenze aziendali e non un politico.

Verrebbe da dire che se Finale è in continuo disaccordo potrebbe vendere e salutare tutti, ma lo statuto ancora una volta è vincolante: la cessione di quote singole non è possibile se non con l’accordo di tutti i soci. E nessuno vuole che il Comune con la maggioranza relativa se ne vada anche perché quando bisogna ripianare le perdite...