Hotel Appennino, il caso approda in Parlamento
Fiumalbo. Interrogazione ai ministri dopo il maxi aumento del canone d’affitto deciso dall’Agenzia delle Entrate. Appello del sindaco: «Si sospenda riscossione»
FIUMALBO. Il caso dell'Hotel Appennino di Fiumalbo travalica i confini regionali e assume rilevanza nazionale. Dopo che il Tar ha respinto il ricorso del titolare Massimo Bagatti, che chiedeva una sospensiva al pagamento degli oneri d'affitto del 2013 dopo che il Demanio aveva deciso unilateralmente un aumento dei canoni da 4.500 a 105 mila euro all'anno, questa incredibile storia di ordinaria burocrazia arriva sui banchi del Parlamento e del Governo Ieri infatti, sollecitati dal Sindaco di Fiumalbo Alessio Nizzi, i senatori modenesi Carlo Giovanardi e Stefano Vaccari hanno presentato un'interrogazione a risposta scritta ai Ministri dell'economia e delle infrastrutture. «Senza entrare nel merito delle decisioni del Tar, che si è pronunciato su un ricorso legato alla normativa sull’accesso agli atti - scrivono i senatori modenesi - occorre ribadire che è assolutamente necessario trovare soluzioni che consentano al gestore di proseguire in un’attività in grado di mantenere vitale e produttiva una zona montana altrimenti a rischio di depauperamento. Si chiede pertanto quali ulteriori azioni possano essere adottate al fine di evitare al gestore un esborso economico del tutto incongruo rispetto al reale valore prodotto dal bene, che determinerebbe l’immediata chiusura dell’attività. Riteniamo utile, inoltre, sospendere la riscossione del canone indicato, in attesa che si possano approfondire le varie ipotesi in grado di garantire alla proprietà di condurre in porto la gestione della stagione estiva e di produrre proposte per una diversa valutazione dell'importo della locazione».Bagatti e la sua famiglia hanno costruito e rinnovato l'hotel con proprie risorse, ma l'immobile insiste su un'area che dovrebbe essere di proprietà del Demanio. Ed è questo il punto focale su cui si gioca la partita. Il sindaco Alessio Nizzi, per vederci chiaro ma anche per capire l'impegno economico che dovrebbe sostenere il Comune di Fiumalbo per trasferire tali proprietà sotto la propria competenza, ha scritto al Demanio. «Fino ad ora nessuna spiegazione è stata data dal demanio regionale - ha spiegato il primo cittadino - In attesa di risolvere questo punto, che è l'oggetto del contendere, chiediamo di sospendere l'affitto e di consentire la prosecuzione dell'attività e la salvaguardia dei posti di lavoro fino a chiarimento definitivo. Il Comune è pronto a farsi promotore di una petizione popolare a riguardo, per affermare che questa situazione è di interesse generale e per dimostrare che non si tratta solo dell'interesse di tre privati ma della collettività».(f.s.)