Gazzetta di Modena

Modena

La crisi della XXL: intesa per sbloccare la cassa integrazione

La crisi della XXL: intesa per sbloccare la cassa integrazione

Maranello. Ieri l’incontro tra i liquidatori e i sindacati Concordata la recessione per l’affitto del ramo d’azienda

2 MINUTI DI LETTURA





MARANELLO. S’intravede la luce per i lavoratori della XXL. Ieri è stato raggiunto un accordo di base per poter sbloccare gli ammortizzatori sociali. Merito delle trattative tra i liquidatori, il sindacato e i rappresentanti dei lavoratori. «Abbiamo concordato il documento per la recessione nell’affitto del ramo d’azienda - ha spiegato Ilenia Gatto, funzionario di zona Cgil che segue dall’inizio la storia - adesso aspettiamo la convocazione in Provincia per discutere la cassa integrazione e la mobilità dei lavoratori, per accompagnare la loro uscita. Le aziende favoriscono infatti coloro che si affidano allo strumento della mobilità». Le premesse della giornata non sembravano le migliori. I lavoratori temevano che ieri potesse essere l’ultimo giorno del presidio, organizzato dal 25 marzo dopo che il gruppo, nato meno di due anni fa, è stato messo in liquidazione. Il clima si è rasserenato a seguito dell’incontro con i liquidatori e il primo, importante, riconoscimento verso i contributi per il futuro. Un destino che si inizia a delineare per oltre quaranta lavoratori e per le loro famiglie. Ci sono nuclei monoreddito che non percepiscono uno stipendio da mesi, madri single che hanno scelto di manifestare per i propri diritti mentre le risorse economiche a propria disposizione si affievoliscono con il passare del tempo. Il sindaco Bursi ha manifestato «solidarietà e vicinanza» per il loro destino e i lavoratori attendono a breve una sua visita. L’accordo raggiunto ieri potrà consentire l’erogazione di sei mesi di cassa integrazione straordinaria e l’attivazione della procedura di mobilità per un periodo compreso da uno a tre anni, a seconda dell’anzianità. «Abbiamo vinto una piccola battaglia - ha affermato Pietro Tagliatini, rappresentante sindacale unitario dei lavoratori - però da qui non ci muoviamo. Il presidio rimarrà attivo e non faremo uscire nulla se non la roba autorizzata». Il primo punto su cui è stato raggiunto ieri un accordo durante il tavolo era stato già discusso con gli amministratori delegati dell’azienda. Tuttavia, mancava un documento in cui, nero su bianco, venissero fornite garanzie ai lavoratori. Una volta che sono “rientrati” nelle ditte in cui lavoravano prima, ovvero Crea o Studio Immagine, possono credere nell’erogazione degli ammortizzatori sociali e degli stipendi arretrati. Alcuni di loro hanno quattro o cinque mensilità ancora da percepire. Dalla cassa integrazione potranno giungere dai 600 agli 850 euro per un massimo di sei mesi. Non una cifra altissima, però almeno una base per partire, anzi ripartire prima di poter trovare un nuovo lavoro.

Gabriele Farina