«Mai favoritismi per la Fondazione»
Castelvetro. Il presidente della Simonini respinge le accuse: «Sempre agito in maniera limpida, non abbiamo segreti»
CASTELVETRO. I dubbi sollevati sulla Fondazione Simonini di Castelvetro sono pesanti: conflitto d'interessi e di essere un ente fantasma. Ma Pietro Angelo Saltini, presidente della fondazione, non ci sta «Dicono che la Fondazione non abbia il riconoscimento giuridico perché non siamo nel registro regionale? - ha spiegato Saltini - Siamo ente morale dal '99. Nel 2000 cambia la legge e la competenza diventa regionale, ma la Prefettura ha trasmesso il nostro fascicolo in Regione solo nel 2008. Vogliono far intendere che siccome la Regione non ci ha ancora iscritti nel proprio registro non siamo ente morale, ma non è così, già lo eravamo e la nuova legge non ha cambiato le cose. In ogni caso per i primi di maggio saremo anche nel registro regionale. Tempi così lunghi non devono stupire: abbiamo lavorato 3 anni per l'iscrizione del '99». Ma l'accusa forse più grave sollevata sulla fondazione di Saltini è quella di conflitto d'interessi. Da un lato c'è la Simonini, ricca di terreni agricoli che da statuto può vendere solo se diventano edificabili, dall'altro c'è il sindaco di Castelvetro, membro di diritto del cda della fondazione e, in quanto sindaco, nelle possibilità di rendere edificabile un terreno. «Quest'accusa fa scappar da ridere - ha continuato il presidente - perché i terreni oggetto di lottizzazione a Sant'Eusebio, dove la fondazione ha la maggioranza dei terreni, sono stati definiti da una variante del '97, l'idea della fondazione è del '95. Ci sono voluti 15 anni per firmare col Comune la convenzione per la lottizzazione dei terreni, arrivata con un mercato immobiliare in crisi. Nel frattempo è dal 2000 che abbiamo pagato Ici e Imu su terreni edificabili che però non potevamo vendere come tali. Se questo è un regalo di Comune e sindaco…». Fino al 2007, ha continuato Saltini, «abbiamo avuto una prima fase un po' stagnante, senza la lottizzazione di Sant'Eusebio le entrate erano minime. Inoltre avevamo i terreni, pagavamo le spese ma senza avere le rendite, in mano a Giuseppe, l'ultimo dei due fratelli Simonini. In quel periodo abbiamo riordinato i beni al catasto, li abbiamo gestiti ristrutturandoli, mantenendoli e risolvendo i casi di morosità degli edifici e abbiamo mantenuto le persone indicate nel testamento dai Simonini». Nel 2007, a 92 anni muore Giuseppe che lascia la fondazione erede universale. Nell'eredità, oltre all'usufrutto dei terreni, ci sono anche mezzo palazzo di pregio in centro a Modena (vendendo terreni a Sant'Eusebio la fondazione ha comprato l'altra metà dello stabile, ora affittato)e la parte mancante della casa per anziani Villa Marconi, a Castelvetro, ora al 100% della Simonini. «Fino alla lottizzazione del 2011 - ha concluso Saltini - non abbiamo avuto praticamente liquidità da reinvestire nell'assistenza, se non per le due persone indicate dai lasciti testamentari dei Simonini, ora la speranza è di avere maggiori rendite vendendo i lotti e reimpiegando le somme», a partire dal progetto di residenzialità per anziani Case d'Argento.
Andrea Minghelli
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