Querzè e la corsa a sindaco: «Ho un vantaggio, sono donna»
Il candidato di Per me Modena punta su lavoro, strade senza buche, partecipazione e no inceneritore
Adriana Querzè sa che la sua corsa verso il Municipio è tutta in salita «altri - commenta - hanno appoggi e mezzi ben più potenti dei miei»; ma di una cosa - salvo sorprese degli ultimi giorni - è sicura «A Modena non ci sarà un altro candidato sindaco donna, oltre a me. E questo lo considero un punto a mio favore... Quindi come dice il mio slogan: la differenza c’è ed è... Querzè».
Ben calata nel ruolo di candidato sindaco Adriana Querzè assessore all’istruzione di ben due giunte non rinnega i 10 anni passati con Pighi, «Ma il sindaco era lui, io ho una visione di città diversa molto cambiata rispetto a 10 e 5 anni fa perché sono cambiati i tempi - spiega - C’è bisogno di discontinuità a tutto campo. Alla ricerca di questa discontinuità ho deciso di prendere le distanze dal Pd. Muzzarelli aveva provato l’approccio ma, come ho già detto, ci sono tante cose che ci dividono. Due su tutte, l’inceneritore: io lo voglio spento, e in secondo luogo i servizi. Io sono per la presenza de l pubblico loro in prospettiva puntano troppo sui privati ».
L’occasione per queste considerazioni arriva dal lancio del programma della sua lista “Per me Modena”, i 32 candidati saranno ufficializzati il prossimo 22 aprile. Un programma «costruito attraverso un lavoro di mesi e non - allude ironica a concorrenti illustri - con “conferenzine” tematiche fatte di corsa, in queste settimane, per dare più una parvenza di immagine che di reale contributo dei cittadini. Noi invece il programma lo abbiamo costruito confrontandoci a lungo con tavoli di lavoro tematici. Un programma che mette al primo posto il lavoro e la necessità di un Comune in grado di fornire occasioni per favorire la formazione di imprese e di conseguenza di occupazione. «La crisi ha cancellato parte della nostra economia e difficilmente tornerà. Occorre lavorare su nuove forme di imprese. Penso a un qualcosa di simile a quelli che furono i villaggi artigiani, dove con pochi mezzi si possono far nascere imprese che puntano al futuro. Giovani imprese al quale il comune può fornire sostegno con contributi a fondo perduto, senza pretendere nulla in cambio».
Querzè pensa poi a una città in cui davvero le persone, a cominciare dai disabili alle persone Lgt (lesbiche, gay, transgender), abbiamo gli stessi diritti e gli stessi servizi di qualsiasi cittadino. Quanto alla città secondo Querzè «nei primi 2 anni della sua giunta gli investimenti dovranno essere concentrati sulla necessità di “rimettere in forma Modena”. «Non dovremo avventurarci su nuovi progetti, ma concentrarci sul rimettere in sesto la città. Manutenzione dovrà essere la parola d’ordine a partire dalle strade, alle nuove ciclabili, alle scuole. Il Sigonio va fatto subito, andava fatto subito. Io ne ero e ne sono convinta. Per questo lo metto al primo posto: quella è una scuola terremotata e la città potrà così riconquistare un pezzo di città ora in degrado».
E ancora, scorrendo i punti del programma, si passa dallo stop all’inceneritore con raccolta differenziata ad una mobilità in cui davvero le auto siano messe in condizioni di girare il meno possibile. Da politiche turistiche davvero efficienti per rilanciare Modena ad una “rivoluzione” per la macchina comunale: «Il municipio va cambiato: meno dirigenti, rotazione fra settori, misurazione dei risultati da cui far dipendere gli incentivi» Quanto al rapporto con i cittadini: «dovranno essere parte costitutiva del processo decisionale su tutte le scelte per la città».