Gazzetta di Modena

Modena

mercoledì 30 aprile

Una notte per narrare il lavoro “scomparso”

di Beatrice Ferrari

Le iniziative in programma al Centro Anziani di via Panni e all’Officina Emilia di via Tito Livio

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Una notte dedicata al lavoro, quel lavoro che oggi si fa fatica ad immaginare e concretamente a toccare con mano, ma al quale si vuol dare fiducia.

È questo il tema della notte del lavoro narrato, che si terrà mercoledì 30 aprile dalle 20 in poi, presso il Centro Sociale Anziani e Orti Buon Pastore (via Panni 202) per poi proseguire dalle 22.30 all'Officina Emilia (via Tito Livio 7), organizzata da Officina Emilia, Officina Danza Studio, Cgil, Cisl e Uil e Rete degli studenti.

«L'iniziativa nasce dalla voglia di riappropriarsi del lavoro, quello vero, ben fatto, che costruisce il presente e prepara ad un futuro migliore. Il lavoro sarà raccontato da varie voci, che hanno vissuto esperienze differenti, per far riemergere il suo vero significato», spiega Margherita Russo, tra i coordinatori della serata. L'iniziativa, orchestra da Marco Bombarda, prevede video, musica e racconti che creeranno un'atmosfera poetica ed artistica per poter vedere il lavoro sotto un'altra luce, «quella dell'arte, in quanto ognuno di noi mentre lavora diventa artista, perché fa propri gesti ed espressioni che lo caratterizzano», continua Luigi Belluzzi, rappresentante di Fnp Cisl pensionati.

Caratteristica della serata sarà quella di raggruppare persone, esperienze e sensibilità differenti, per mostrare a chi ancora non ha un lavoro, quanti mondi diversi esistono. Soprattutto la partecipazione dei pensionati permetterà di mettere in luce questo aspetto. Attraverso le loro esperienze racconteranno ai più giovani che le paure e gli interrogativi sul futuro erano gli stessi oggi come allora, «ma l'obiettivo è quello di creare un'alleanza tra noi e loro, per potergli aiutare ad avere più fiducia nel futuro. Noi anziani siamo i primi ad essere incolpati di aver sottratto lavoro ai più giovani, ma siamo anche i primi a viverla sulla nostra pelle, osservando figli e nipoti in questa continua ricerca di lavoro, che fatica ad arrivare», spiega Giuseppe Napolano, rappresentante in questa occasione di Cgil pensionati.

Immedesimazione, condivisione e alleanza sono gli obiettivi che l'iniziativa vuole raggiungere, «proprio perché la trasversalità delle esperienze permette che ci si possa riconoscere negli altri - continua Anna Maria Pedretti, coordinatrice dell'evento - Verrà messo in luce come i temi legati al mondo del lavoro non cambiano nel tempo e sono sempre gli stessi. Per esempio il tema della sicurezza, che ha da sempre causato vittime o la realizzazione personale. Quello che vogliamo portare alla luce è l'idea di un lavoro che possa rendere felice, indipendentemente dalla ricchezza materiale. Oggi un lavoratore viene stimato dagli altri solo se ha un alto stipendio, ma in quella notte non si parlerà di questo tipo di ricchezza. Si parlerà della ricchezza vista come fiducia, appagamento, soddisfazione derivante dall'attività che si svolge».