Gazzetta di Modena

Modena

Una nuova strada per scoprire il cuore dell’ex Manifattura

di Michele Fuoco
Una nuova strada per scoprire il cuore dell’ex Manifattura

Taglio del nastro e visita al complesso architettonico La via unirà la stazione ferroviaria con l’asse Emilia Centro

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Costituisce quasi un piccolo quartiere il complesso architettonico dell'ex Manifattura Tabacchi, portata a nuova vita. Lo ha inaugurato ieri il sindaco Pighi alla presenza di altre autorità e di un folto pubblico. Un vero gioiello di intervento restaurativo vicino al cuore della città che potrebbe costituire un esempio per altre ristrutturazioni in centro storico e zone limitrofe, senza dovere necessariamente succhiare terreno in periferia, dove crescono palazzi invadenti, spesso anche senza un minimo di gusto estetico. E ci piace segnalare che proprio il recupero dell'ex fabbrica di tabacchi, trasformata in appartamenti e negozi di pregio, con ampi cortili interni e una nuova piazza, non ha sottratto spazi, ma li ha aperti, creando una via, che porta il nome di Manifattura dei Tabacchi collegando via S. Orsola a viale Monte Kosica.

Nessuno accesso alle auto. Il passaggio è consentito a pedoni e a quelli che vanno in bici. Un percorso diretto dalla stazione ferroviaria alla centrale via Emilia, proseguendo per via Sgarzeria, per trovarsi, in un batter d'occhi, davanti al Duomo per ammirare questo straordinario monumento dell'umanità, come decretato dall'Unesco. Ed è stata festa grande ieri, al taglio del nastro, tutti ad ammirare ciò che di nuovo è stato fatto in 30 mesi nell'ex Manifattura dalla Società Quadrifoglio Modena spa. «Settantasette appartamenti dai 60 ai 200 metri quadrati, 17 uffici, 14 negozi, due laboratori e 45 box auto», così riassume l'ingegnere Silvano Giacopelli, presidente di Quadrifoglio che mette l'accento «sui pregi di un edificio, recuperato a regola d'arte, rispettando i vincoli imposti dalla Sopritendenza ai Beni Architettonici e Ambientali della Regione che ci ha martellato. Non era facile intervenire. Noi siano riusciti a coniugare le esigenze di edificio residenziale con quelle della sua storia».

Certo le vendite non vanno a gonfie vele. Solo 15 gli acquisti, ma la proprietà è fiduciosa, anche perché i prezzi non sono da capogiro. Anzi. Si parte dai 2600 euro al metro quadrato per vivere in luogo che ha caratteristiche superlative di accoglienza e di comfort. «È qualcosa di nuovo - sostiene l'ingegnere Stefano Betti, consigliere della Quadrifoglio - a nord della città. La Manifattura comincerà ad animarsi fra un paio di mesi con i nuovi inquilini». In essa troverà posto anche la farmacia di piazza Roma.

Ma il vero boom di frequentatori della nuova via pedonale ci sarà, fra un anno, con l'apertura del centro commerciale Conad. Necessari finora una trentina di milioni e altrettanti, e forse di più, saranno necessari per gli interventi di riqualificazione della palazzina dalle parti della ciminiera, i cui lavori cominceranno verso la metà del prossimo anno. Allora si potrà accedere anche in viale Vittorio Emanuele.

Sprizza entusiasmo il sindaco Pighi per questa operazione di ricucitura urbanistica, la più importante del centro storico, con il recupero, fra qualche mese, dell'ex Ospedale S. Agostino da parte della Fondazione Cassa di Risparmio. «È quello che non hanno fatto altre città. Modena ha saputo prendere possesso della città antica. La Manifattura è un pezzo di storia, con rimandi alle prime esperienze in una industria di lavoro delle donne che portavano un reddito personale in famiglia».

Gioia immensa per l'architetto Tiziano Lugli di veder realizzate le sue idee. «Il complesso polifunzionale premia la qualità progettuale. Un vero miracolo, perché operazione complessa intervenire su una struttura industriale, dovendo anche provvedere ad un parcheggio macchine sotterrraneo». Per la cronaca: durante la scoperta della targa con la scritta della via, si è spezzata la fune, tirata da Pighi, del panno che la ricopriva; necessaria benedizione di don Marco della chiesa di Gesù Redentore; un apposito volume (Edizioni d'arte L'atelier) con fotografie di Daniele Poltronieri.