Gazzetta di Modena

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«L’ex Galassini diventi la sede delle associazioni»

«L’ex Galassini diventi la sede delle associazioni»

Vignola. Il programma del candidato Guarro sostenuto da 3 liste e centro destra «L’ospedale? Verrà chiuso ma restino pronto soccorso, radiologia e chirurgia»

19 aprile 2014
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VIGNOLA. A una settimana dalla chiusura dei termini per la presentazione delle liste elettorali, ferve a Vignola il lavoro dei candidati sindaci e delle loro rispettive squadre che si apprestano a sfidarsi nell’appuntamento elettorale del 25 maggio. Attualmente, si contano 5 candidati sindaco: Giancarlo Gasparini (Pd e lista “La Vignola che vogliamo”), Mauro Smeraldi (Vignola Cambia, Città di Vignola e Vignola per Tutti, con sostegno anche di Sel), Nadia Piseddu (5 Stelle), Piergiovanni Magnani (Forza Italia) e Antonio Guarro (Nuovo Centrodestra, Vignola Sociale per Tutti, Fratelli d’Italia). Anche Antonio Guarro ha già presentato nei giorni scorsi, come gli altri candidati, il proprio programma elettorale. Sull’ospedale di Vignola Guarro sostiene: «È certa la sua chiusura, ma noi ci batteremo affinché il Pronto Soccorso rimanga aperto 24h/24, con relativa auto medica per le emergenze sul territorio. Ci impegneremo anche affinché il 118 non venga trasferito a Bologna e si mantengano Radiologia e la piccola chirurgia. Per i temi di Territorio, Ambiente, Viabilità, Opere Pubbliche: pianificazione negli edifici e nelle aree pubbliche di sistemi a risparmio energetico con fonti di energie alternative, riduzione del numero di parcheggi a pagamento, sostituendoli con quelli a disco orario o gratuiti, riqualificazione dell’area ex Agip finalizzata alla creazione di parcheggio pubblico; riqualificare la struttura ex Gallassini, 4000 metri di proprietà del comune di Vignola, da destinare alle associazioni sportive, con realizzazione di un grande Palazzetto dello Sport, creando la cittadella dello Sport». Per Politiche Sociali, lavoro e agricoltura, Guarro propone: «Istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle famiglie numerose, che dimostrano di essere in gravi difficoltà economica; istituire un tavolo di trattativa con le banche per bloccare i pagamenti dei mutui almeno per 24 mesi, a garanzia di quei cittadini che non riescono più a pagare il mutuo della prima casa, causa perdita di lavoro o cassa integrazione, contributo a fondo perduto finalizzato all'acquisto della prima casa da parte di giovani coppie».

Marco Pederzoli