Rete Imprese delusa dal decreto-alluvione «Fiscalità scordata»
Le associazioni imprenditoriali attendevano segnali diversi «Benissimo i rimborsi, ma le promesse vanno mantenute»
“Modena non affoga e non crolla, ma voi non strozzateci”, lo slogan portato a Roma dagli imprenditori geminiani, a febbraio, nella manifestazione di Rete Imprese Italia sembra non sortire particolari effetti nella sensibilità del governo. Per l’ennesima volta, infatti, l’atteso provvedimento fiscale a sostegno delle aziende terremotate e alluvionate non c’è stato e il doveroso aiuto, declinabile in sgravi fiscali e istituzione di zone franche urbane, resta una chimera. I parlamentari Pd hanno annunciato di volerlo inserire durante la conversione del decreto legge in parlamento, ma la calcolatrice della Ragioneria di Stato resta in agguato e i tentennamenti politici sono ormai un leit-motive quasi imbarazzante. Rete Imprese però non molla e usa bastone e carota nel commentare il primo provvedimento del governo-Renzi per le aree alluvionate, che doveva essere un decreto omnicomprensivo e invece si è limitato al solo, seppur fondamentale, stanziamento per il rimborso dei danni.
Rete imprese Italia Modena - a cui aderiscono Confesercenti, Ascom-Confcommercio Fam, Lapam-Confartigianato e Cna - esprime infatti soddisfazione ma a metà, per l'atteso Decreto Legge approvato venerdì. «I 210 milioni di euro stanziati dal Governo per l’indennizzo dei danni subiti, sono una risposta concreta al disagio vissuto da famiglie ed imprese, oltre al riconoscimento dell'eccezionalità del combinarsi degli effetti delle due calamità devastanti che hanno colpito il territorio modenese in soli venti mesi».
In merito al provvedimento Rete Imprese Modena vuole sottolineare anche il proprio ruolo dato che in proposito ha incontrato diverse volte i parlamentari e i senatori modenesi.
«Quanto approvato però - evidenziano le associazioni di Rete - corrisponde a nostro avviso solamente ad un risultato parziale rispetto alle richieste avanzate. Non c'è infatti ancora alcuna traccia dell'intervento fiscale per le zone terremotate, nonostante l'impegno cui s'era fatto carico l'Esecutivo. L'istituzione di Zone Franche urbane è la risposta coerente ed adeguata alle pesanti difficoltà cui sono costrette a misurarsi le piccolissime imprese del cratere sismico. Le imprese devono avere certezze per programmare la propria attività e devono anche conoscere a breve su quali fiscalità di vantaggio potranno fondare le loro strategie per la ripresa. Ribadiamo pertanto la necessità di istituire le Zone Franche Urbane e le conseguenti misure di reale abbassamento della pressione fiscale e contributiva. Il modello da seguire dovrà essere quello adottato nel 2012 per la città dell'Aquila».