Gazzetta di Modena

Modena

GLI SPARI IN PIAZZA SAN PIETRO

Quando perdonò il suo attentatore

di Ludovico Fraia
Quando perdonò il suo attentatore

Il toccante incontro in carcere con Mehmet Ali Agca

23 aprile 2014
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Papa Giovanni Paolo II è stato anche protagonista di uno fra i più grandi gialli del ventesimo secolo: l’attentato con cui lo si voleva togliere dalla storia del mondo. Alle 17,17 del 13 maggio 1981 l’attentatore turco Mehmet Ali Agca – un espertissimo killer – colpì il pontefice, in piedi sulla papamobile, con dueproiettili di una pistola Browning calibro 9, da una distanza di tre metri e mezzo. Il primo proiettile colpì Wojtyla all’addome, attraversò l’osso sacro e uscì dai lombi; il secondo ruppe l’indice della mano sinistra, e sfiorò il braccio destro. Nessun colpo mortale.

Eppure, mai come in questo caso, la fredda realtà criminologica si intreccia all’inevitabile interpretazione religiosa: quella del miracolo e, in particolare, della mano invisibile che avrebbe deviato il primo colpo, forse mortale.

Di misteri, del resto, la vicenda è piena. Per esempio l’esistenza di un terzo proiettile mai esaminato dagli inquirenti (forse sparato da un altro killer), trovato sul cofano, della papamobile e inserito dallo stesso papa sulla corona della Madonna di Fatima nel 1984. Per non parlare dei mandanti di Alì Agca, vivo ma silenzioso, dopo essersi finto pazzo per anni e aver taciuto anche con il pontefice.

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