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Archivi storici accorpati, Manfredi difende l’affare

Archivi storici accorpati, Manfredi difende l’affare

Vignola. Il presidente della Fondazione evidenzia i vantaggi per i sei Comuni: «Meno costi di gestione, aggiornamento scientifico e fondi liberati per le scuole»

24 aprile 2014
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VIGNOLA. «Ritengo che sia un acquisto stupendo e credo che le critiche ricevute finora siano dovute al fatto che non avevamo ancora illustrato il nostro progetto». È con queste parole che il prof Valerio Massimo Manfredi, presidente della Fondazione di Vignola, parla dei nuovi spazi che ospiteranno gli archivi storici di sei comuni: Vignola, Spilamberto, Savignano, Castelvetro, Castelnuovo e Marano. Si tratta di un edificio che si trova a Vignola in via Papa Giovanni Paolo II e che è già stato l’archivio della Cassa di Risparmio di Vignola. La Fondazione di Vignola, in questi giorni, sta ultimando le pratiche per acquistare l’immobile al prezzo di 1,55 milioni di euro dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, proprietaria dell’edificio. Dopodichè, a partire dal 30 giugno, sarà attiva la convenzione tra la Fondazione di Vignola, neoproprietaria dell’immobile, e i sei comuni citati, per iniziare il trasferimento e la gestione degli archivi storici comunali.

«Questa operazione – ha poi rilevato l’avvocato Giuseppe Pesci, vicepresidente della Fondazione – si presenta tra l’altro molto vantaggiosa per i comuni aderenti, che spenderanno 50mila euro iva compresa all’anno da dividersi tra tutti e sei per l’utilizzo di questi spazi per i loro archivi comunali».

Ancora il prof Manfredi ha poi rilevato: «Si tratta di un immobile già completamente attrezzato e adeguato per le esigenze di archiviazione. Gli spazi a disposizione sono peraltro talmente superiori all’esigenza effettiva che possiamo pensare di affittarne una parte. Tale soluzione per gli archivi storici ci permette da un lato di mettere in regola con le disposizioni di legge gli archivi dei sei comuni (tra Vignola, Spilamberto, Castelnuovo, Castelvetro, Savignano e Marano risulta infatti che solo Castelvetro abbia attualmente in regola il proprio archivio storico, ndr) e dall’altro di pensare a nuove destinazioni per Villa Trenti (ex sede della biblioteca comunale di Vignola), come ad esempio quella di ricavare all’interno di essa delle sale lettura, anche se questa è ancora soltanto una delle proposte. Mettere infatti gli archivi storici all’interno di Villa Trenti avrebbe comportato una spesa di 1,8 milioni di euro e avrebbe tolto alla Fondazione di Vignola la possibilità di spendere 300 mila euro all’anno per tre anni a favore delle scuole del territorio».

Non da ultimo, nelle intenzioni della Fondazione di Vignola c’è quello di rendere gli archivi storici maggiormente fruibili dagli studiosi di storia locale, con un ampliamento delle fasce orarie di consultazione, sale di consultazione, personale dedicato e qualsiasi altra attività che svolga una funzione di ricerca. «Per gli studiosi - ha concludo Manfredi - ci sarà anche il vantaggio di trovare tanto materiale in un unico punto e di poter quindi incrociare eventuali ricerche senza doversi spostare».

Marco Pederzoli