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Hera riduce i compensi fissi per il Cda

Hera riduce i compensi fissi per il Cda

Passano da 50mila a 40mila euro e i membri del Consiglio da 20 diventano 14. Approvata incorporazione di Amga Udine

24 aprile 2014
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Un'assemblea intensa quella di ieri per la multiutility Hera, i cui soci sono stati chiamati ad approvare il bilancio economico relativo al 2013, ma anche importanti operazioni di acquisizione, oltre che nominare i componenti del Consiglio di amministrazione e del collegio sindacale.

Tante le decisioni che i soci dell'azienda sono stati chiamati a votare. A partire dall'approvazione della riduzione - su proposta del presidente del comitato dei sindacato dei soci pubblici, Daniele Manca - degli emolumenti dei componenti del Consiglio di amministrazione del 20%: i compensi fissi passeranno da 50mila a 40mila euro. Ai 50.000 euro di compensi fissi, ad oggi, si aggiungono 25.000 euro per la partecipazione a comitati: materia di competenza del Cda (al pari dei compensi di presidente e Ad) che, alla prossima riunione, dovrebbe operare anche in questo caso un taglio di 5.000 euro. Compensi fissi e compensi per la partecipazione a comitati non comprendono il rimborso delle spese fisse affrontate nell'esercizio della funzione di consigliere, ad esempio il rimborso del carburante. Riguardo i compensi massimi da definire per i manager del settore pubblico (il premier Matteo Renzi ha parlato di 240.000 euro l'anno) e magari anche per le aziende quotate in Borsa, il presidente della multiutility Tomaso Tommasi di Vignano afferma: «Credo che la nostra situazione sia stata di un'attenzione assolutamente rigorosa e non a parole. Questo ha prodotto una rivisitazione costante del numero dei componenti del Cda e anche il fatto di riservarne la partecipazione, per ciò che riguarda la presenza di Hera come azionista, o a consiglieri di amministrazione o a dirigenti dell'azienda che riversano integralmente i compensi. Non credo di sentire il bisogno di ulteriori interventi».

Nella relazione sulla remunerazione del gruppo aggiornata al 31 dicembre 2013, il compenso sia del presidente che dell'Ad ammonta a poco più di 457mila euro, 350mila euro dei quali di retribuzione fissa. Sul tema, tuttavia, non tutti sono dello stesso avviso. A partire da Vittorio Balestrazzi, piccolo socio della multiutility, ex consigliere comunale del M5s e aspirante sindaco di Modena con una lista civica, che propone di equiparare i compensi del Cda ai gettoni di presenza che spettano ai consiglieri comunali. Critico anche Andrea Caselli, portavoce dei comitati Acqua bene comune, tra i partecipanti alla manifestazione bolognese contro la partecipazione di Hera a un progetto di centrale a carbone in Calabria; secondo Caselli, infatti, i compensi del Cda andavano almeno dimezzati. E mentre fuori dalla sede dell’assemblea sventolavano gli striscioni polemici, i soci hanno approvato una serie di importanti operazioni, come l'approvazione della incorporazione di Amga Udine in Hera, che avrà efficacia dal prossimo 1 luglio, con il Comune di Udine (azionista di controllo di Amga con circa il 58.69%) che arriverà a detenere il 2,98% di Hera. L’assemblea ha approvato poi i bilanci economico e di sostenibilità relativi al 2013, unitamente alla proposta del Cda di distribuire un dividendo di 9 centesimi di euro per azione (confermato rispetto allo scorso anno), pari ad un rendimento di circa il 5,5%, in ragione di risultati economici che hanno evidenziato, al 31 dicembre del 2013, ricavi pari a 4,5 miliardi (+1,9%) un margine operativo lordo di 830,7 milioni (+25,5%) e un utile netto di pertinenza di 164,9 milioni (+39%). I componenti del Cda sono scesi dai precedenti 20 agli attuali 14 membri. Per il prossimo triennio sono stati eletti per la lista di maggioranza: Tomaso Tommasi di Vignano, Stefano Venier, Giovanni Basile, Giorgia Gagliardi, Stefano Manara, Danilo Manfredi, Forte Clò, Tiziana Primori, Luca Mandrioli, Cesare Pillon, Riccardo Illy; per la lista di minoranza, Mara Bernardini, Massimo Giusti, Bruno Tani.