Gazzetta di Modena

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Molinari vuole una Casa della Salute

Molinari vuole una Casa della Salute

Si chiama “Medolla Futura” ed è la lista di centrosinistra, capitanata dall’attuale sindaco, Filippo Molinari. Una squadra formata in cui ricorre il cinque: donne e uomini, confermati e volti nuovi....

24 aprile 2014
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Si chiama “Medolla Futura” ed è la lista di centrosinistra, capitanata dall’attuale sindaco, Filippo Molinari. Una squadra formata in cui ricorre il cinque: donne e uomini, confermati e volti nuovi. Matteo Papotti, infermiere di 25 anni; Paolo Barbieri, 30, operaio tecnico; Tania Cavicchioli, 38, imprenditrice biomedicale; Luca Cardinali, 41, psicologo; Monica Gennari, 41, insegnante; Marco Rebecchi, 45, attore e regista; Monica Sorvillo, 46, impiegata; Rachele Paltrinieri, 48, insegnante; Patrizia Sgarbi, 49, veterinario e Giuseppe Ganzerli, 52, commerciante.

«Abbiamo una ventina di pagine di programma dove spieghiamo quali saranno i punti chiave», spiega Molinari. I temi più importanti sono la cultura, la ricostruzione ed il futuro, la comunità inclusiva ed educante e l’area vasta, scritta con gli altri candidati sindaci dell’Area Nord e che comprende tematiche più ampie come la Cispadana. La ricostruzione è al centro del programma con il recupero del teatro Facchini, della sede municipale di piazza Garibaldi che la lista vorrebbe adibire a centro culturale e area di progetti di green economy. «Vorremmo istituire il centro pasti comunale affidando la gestione all’Asp e trasferirle anche il nido d’infanzia». Sempre in ambito educativo Medolla Futura propone anche un osservatorio permanente sulla legalità e l’istituzione della “Banca del Tempo”. «È già da un po' - spiega Molinari - che vorremmo avviare a Medolla un progetto in cui le persone si scambiano saperi e attività e credo che sia giunto il momento per avvicinare sempre di più i cittadini». Anche la creazione di una Pro Loco in grado di valorizzare il paese è un altro dei punti del programma, insieme all’ascolto dei cittadini tramite sportelli che verrebbero istituiti nei luoghi educativi e comunitari, magari con una Casa della Salute per il welfare sanitario.

Serena Fregni