Gazzetta di Modena

Modena

esplosione in una scuola di piano d’accio

Il pm indaga tre dirigenti della Cpl

Il pm indaga tre dirigenti della Cpl

L’accusa è disastro colposo. Il colosso di Concordia: estranei ai fatti

25 aprile 2014
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TERAMO. Il sostituto procuratore Stefano Giovagnoni ha iscritto nel registro degli indagati tre nomi della Cpl Concordia per l’esplosione della caldaia della scuola materna di Piano d’Accio avvenuta ad ottobre un’ora dopo l’uscita dei 74 bambini. Il Comune aveva infatti affidato il servizio di manutenzione degli impianti termici nelle scuole al colosso modenese. Un mese fa il pm aveva iscritto il nome di un tecnico a cui si sono aggiunti quelli di tre figure dirigenziali: per tutti l’accusa è disastro colposo. La procura, sostanzialmente, contesta due cose: la celletta in cui era sistemato il contatore, il punto da cui è partita la fuga di gas, sarebbe stata realizzata irregolarmente e anche il vano caldaia presentava alcune irregolarità. Nel mirino della procura c’è la griglia che dovrebbe consentire la fuoriuscita del gas verso l’esterno in caso di perdita: secondo le accuse questa griglia non era di dimensioni regolari e sarebbe stata collocata in un punto sbagliato del vano caldaia. Il vano caldaia si sarebbe saturato di gas perché vi era un foro che lo metteva in comunicazione con la celletta del contatore da cui era partita la fuga, causata, secondo una perizia effettuata su incarico del pm, dalla rottura del riduttore di pressione. Tutte accuse, quelle della procura, che dovranno essere provate. La ditta modenese era già intervenuta per sottolineare la sua estraneità ai fatti. «Per quanto a conoscenza di Cpl Concordia», aveva scritto, «l’incidente è stato causato da un guasto che ha provocato una ingente fuoriuscita di gas che ha interessato l’impianto a monte del contatore (apparecchiature e raccordi). L’installazione e manutenzione di tale impianto di media pressione non è mai stato a carico di Cpl Concordia. Quanto alla celletta (o nicchia) in cui erano alloggiate le predette apparecchiature di media pressione, celletta che si afferma possa essere stata realizzata irregolarmente, non è in alcun modo riconducibile a Cpl Concordia che non l’ha nè realizzata nè aveva il compito di curarne la manutenzione. Prima dell’incidente nessun foro era visibile, o altrimenti riscontrabile, nel muro all’interno del vano caldaia, tanto meno in corrispondenza della nicchia in cui le apparecchiature di media pressione erano alloggiate, come si evince dalla documentazione fotografica in nostro possesso prontamente fornita alle autorità competenti. La centrale termica era regolarmente aerata».