Gazzetta di Modena

Modena

«Stamina, dai giudici un quadro sconcertante»

«Stamina, dai giudici un quadro sconcertante»

Il professor Michele De Luca, del centro di Medicina Rigenerativa di Modena «Tutto confermato: c’è chi non si è fatto scrupoli nell’illudere i malati»

24 aprile 2014
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Una banda di truffatori, quella di Davide Vannoni, che era disposta a tutto pur di fare soldi con il metodo Stamina. È questo il quadro che emerge nel leggere le conclusioni dell’inchiesta del procuratore di Torino Guariniello a carico di 19 persone tra cui appunto Davide Vannoni, 'padre' del metodo e presidente di Stamina Foundation . Pesantissime le accuse per questi medici, accuse che non stupiscono Il professor Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università di Reggio e Modena,

«Non sono stupito perché con tutto quello che abbiamo visto, capito e sentito su questa vicenda. E con le competenze scientifiche raccolte siamo di fronte alla conclusione ovvia e normale che, a dire il vero, si sarebbe dovuta concludere con l’ispezione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e dei Nas nel 2012. Invece per tutta una serie di motivi la cosa è andata avanti nel tempo».

De Luca, da sempre, nutre fortissime perplessità su questo metodo ed è stato tra i più decisi nell’affermarne l’assoluta inefficacia; ha letto con attenzione le 69 pagine del procuratore di Torino che mettono in file una serie di pesanti accuse per chiunque, ancor più se si pensa che queste accuse riguardano medici e persone che si proponevano di aiutare le persone.

«Mi hanno colpito molto, leggendo il documento, quelle accuse così gravi messe in fila. E da qui nascono due considerazioni. In primo luogo, davanti all'evidenza di queste cose, e fino alle conclusioni reali del rinvio a giudizio, mi chiedo che senso abbia a livello ministeriale tenere in vita una commissione che deve giudicare una sperimentazione clinica che di fatto si basa sul nulla».

Quanto alla seconda considerazione, il professore modenese allarga il discorso a chi in questi mesi ha disposto d’imperio la somministrazione delle cure con quel metodo.

«A questo punto sulla base di quanto emerso - prosegue De Luca - vorrei capire con quale principio, con quale meccanismo di ragionevolezza e buon senso i giudici possano continuare ad emettere delle sentenze che impongono all’ospedale civile di Brescia un trattamento che trattamento non è, e che è oggetto di un’indagine per associazione a delinquere».

Per la sua posizione fortemente critica, suffragata da contestazioni scientifiche, il professor De Luca in questi mesi non è stato immune da controaccuse e da minacce di esponenti e associazioni vicine a Stamina. Che hanno colpito i suoi collaboratori. «È vero, ma si tratta di cose che lasciano il tempo che trovano - conferma minimizzando - Piuttosto, quello che mi lascia sconcertato non è solo l'aspetto di tipo speculativo e commerciale che sta dietro a questo metodo e la debolezza istituzionale che ha fatto in modo che queste cose accadessero sin qui. Poi mi colpisce negativamente la totale mancanza di rispetto dei pazienti che soffrono e che in quanto disperati si aggrapperebbero a qualsiasi cosa pur di tenere viva la speranza. La pietas latina ridotta al nulla...».