Gazzetta di Modena

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CEMENTO NEL PARCO/Chioschi nel parco: ora c’è il settimo esposto

CEMENTO NEL PARCO/Chioschi nel parco: ora c’è il settimo esposto

Domani una cinquantina di residenti e ambientalisti lo depositerà in procura Nel mirino questa volta il degrado: dalle recinzioni cadute ai cantieri non a norma

27 aprile 2014
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E sono sette, con ogni probabilità un record. Domani una cinquantina di ambientalisti e residenti depositerà in Procura l'esposto numero sette contro i chioschi del parco della Rimembranza: mai nessun progetto modenese, pure in anni densi di polemiche contro gli annunci di riqualificazione comunale, ha avuto tanti oppositori.

Il nuovo esposto prende questa volta di mira, come si legge nel testo redatto dai cittadini utilizzando materiali video e documentali raccolti dall'ambientalista Gaetano Galli, in particolare la situazione di degrado passata effettuata dai gestori dei chioschi. Degrado che, secondo le persone che hanno presentato l'esposto, è stata permessa da Comune e Soprintendenza ai monumenti, enti pubblici che per gli oppositori avrebbero dovuto vigilare essendo l'area verde di viale Martiri della Libertà tutelata dal 2005 con atto del Ministero per i beni culturali. Secondo l'opinione dei firmatari del documento inviato al procuratore capo Vito Zincani - che sta attualmente svolgendo le indagini dopo che è stato decretato il blocco dei lavori ai 4 nuovi chioschi in costruzione - nella situazione attuale e passata delle "baracchine" del parco si potrebbero riscontrare alcuni reati. Ed ecco perché la denuncia numero sette alla Procura di corso Canalgrande. Il documento presentato contiene nomi e cognomi e fatti concreti relativi all'ipotizzato degrado che tutti possono notare passeggiando nel parco: recinzioni cadute, resti anche organici e pattume sparso sono solo alcuni esempi. Anche i cantieri sequestrati non sarebbero a norma, con pericolosi "sventagliamenti" delle recinzioni e il mancato ancoraggio a terra dei basamenti in calcestruzzo prefabbricati di sostegno dei montanti degli scheletri in cemento.

Secondo i firmatari inoltre i cantieri dovrebbero essere adeguatamente illuminati lungo l'intero perimetro, visto che lì c'è passaggio pedonale, e debitamente segnalati anche ai non vedenti. I firmatari citano poi reati penali, punibili fino a 2 anni di carcere, nel caso di scarico di detriti e terreno di risulta da scavi sulle aiuole circostanti poste in un parco vincolato. Intanto si cerca di porre rimedio a una situazione che, a un mese dal rinnovo di Consiglio e amministrazione comunale, dire disastrosa è poco. I gestori dei chioschi, finora vittime della situazione visto che avevano iniziato a costruire "forti" dei permessi edilizi comunali e di 18 via libera della Soprintendenza, restano in attesa. Mentre è tramontata l'ipotesi, durata per la verità poche ore, di spostare la movida 2014 al parco Novi Sad: ricordiamo infatti che la stagione estiva dei chioschi è compromessa, con gravi danni economici e di immagine.

Stefano Luppi