Gazzetta di Modena

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Ex Diamante, stretta finale per l’ok all’abbattimento

Ex Diamante, stretta finale per l’ok all’abbattimento

Martedì la questione all’ultimo consiglio comunale della legislatura sassolese L’accordo di massima sul recupero dell’area c’è, resta l’incognita tiro al piattello

27 aprile 2014
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SASSUOLO. Nel consiglio comunale di martedì a Sassuolo, con buona probabilità l’ultimo della legislatura, oltre al bilancio consuntivo 2013, torneranno in aula i punti saltati per la mancanza del numero legale nella precedente seduta, dedicati a due varianti urbanistiche, la prima relativa al recupero del Polo estrattivo 6 lungo il Secchia con la previsione di un impianto di tiro al piattello, la seconda per il comparto denominato Carani-Corradini-Roteglia, vale a dire il Diamante, eco-mostro, come viene ormai definito, mai terminato all’ingresso della città in zona via Adda, che dovrebbe essere riqualificato con abbattimento e realizzazione di una superficie media di vendita. Se del tiro al piattello si è dibattuto a lungo ed è stato, secondo il Pd che ha fatto mancare il numero legale, il motivo della conclusione anticipata della seduta, della riqualificazione del Diamante si è parlato meno nei termini dettagliati del progetto, noto in commissione urbanistica ma solo a grandi linee alla cittadinanza, che ne è stata informata in una riunione a Braida mesi fa.

Lo schema di accordo prevede una serie di punti essenziali e non derogabili perchè la variante urbanistica necessaria venga recepita dall'amministrazione. L’approvazione in consiglio comunale è solo il primo passaggio, al quale seguirà uno schema di accordo che obbliga il proprietario che subentra, l’Immobiliare Il Leccio, (all’immobiliare Verde città, detentrice del diritto edificatorio ma in stato di liquidazione) a realizzare in due anni una serie di opere concordate, che sono in buona parte le opere di urbanizzazione già previste dall’accordo precedente e mai realizzate causa blocco del cantiere: prolungamento di viale Caduti senza croce e rotatoria all'incrocio con via Mazzini; opere a verde, realizzazione di una pista ciclabile pedonale, per un totale di lavori per 250mila euro; realizzazione di un parcheggio pubblico da 718 mq, con fronte su via Adda, su terreni di proprietà comunale, parcheggio di cui il proprietario dovrà prevedere a suo carico anche la manutenzione; le dotazioni territoriali verranno cedute gratuitamente al Comune; verrà prevista una garanzia fidejussoria sull’esecuzione dei lavori. Se tutte queste premesse verranno accettate; se entro il 30 giugno il nuovo aspirante proprietario subentrerà a quello vecchio sia nei debiti che nei crediti e avrà l'approvazione delle banche; se entro 6 mesi presenterà apposita richiesta di variante urbanistica con tempi dichiarati per il completamento e se entro i due mesi successivi sottoscriverà l’apposita convenzione, allora avrà effettivamente il diritto e onere di abbattere la torre denominata Il Diamante e di realizzare al suo posto un edificio con funzione commerciale di media superficie, per complessivi 1500 metri quadrati, di cui 1100 di superficie vendita. I parcheggi del nuovo market verranno ceduti dal Comune e acquistati dal privato per circa 50mila euro e il fabbricato “incongruo” presente (la baracchina della frutta e verdura) verrà demolito, ancora a carico del costruttore.

Secondo l’amministrazione comunale questo è l'unico accordo possibile ed esistente per arrivare all’eliminazione del Diamante, secondo il Pd e l’opposizione la soluzione è tutto sommato percorribile anche se non entusiasmante, ma il punto arriva sempre dopo il tiro al piattello su cui invece non c'è nessuna possibilità di accordo in consiglio e quindi resta a rischio di manovre di disturbo.