Gazzetta di Modena

Modena

“Wikiclassica.Mo”, concerto al comunale

Il maestro Danilo Rossi «Situazione teatri? Drammatica»

di Chiara Bazzani
Il maestro Danilo Rossi «Situazione teatri? Drammatica»

Danilo Rossi, prima viola solista della Scala si esibirà oggi alle 16 a Comunale alla guida dell’Orchestra da Camera del Conservatorio di Lugano, dove insegna dal 2009, in un concerto di vasto...

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Danilo Rossi, prima viola solista della Scala si esibirà oggi alle 16 a Comunale alla guida dell’Orchestra da Camera del Conservatorio di Lugano, dove insegna dal 2009, in un concerto di vasto respiro che spazia dal repertorio classico al primo Novecento.

Il concerto è l’ultimo appuntamento nell'ambito di Wikiclassica.mo, la rassegna che invita i protagonisti a illustrare i brani nel corso del concerto, e affianca nomi affermati a giovani musicisti. Il programma propone musiche di Antonin Dvorak, Franz Hoffmesiter e Alessandro Rolla. Di Hoffmeister si può ricordare che fu amico vicinissimo sia a Mozart che a Beethoven, e al suo tempo fra i protagonisti della vita musicale viennese, mentre Rolla è famoso per essere stato il maestro di Paganini.

Maestro Rossi, il concerto che proponete è legato alla pubblicazione di un cd. Di cosa si tratta?

«Proprio domenica a Modena ci sarà l'uscita del cd che abbiamo fatto con l'Orchestra dei due concerti classici presenti nel repertorio per viola, che sono quelli di Carl Stamitz e Hoffmeister. Poi abbiamo aggiunto Rolla, un musicista importante, italiano che, oltre ad essere stato il maestro di Paganini e prima viola della Scala nell'800, è anche stato il primo grande virtuoso che scrisse per viola come per violino, cosa che nessuno aveva fatto prima di lui».

Il pezzo di Dvorak invece perché è stato messo in programma?

«Volevo variare un po' il colore di questo concerto e al tempo stesso introdurre un pezzo importante, allora ho pensato al Quartetto americano di Dvorak, nel quale ho aggiunto la parte del contrabbasso e l'ho fatto diventare per orchestra d'archi; qui non sarò solista ma mi metto in orchestra con i ragazzi, e l'idea è quella di suonare un quartetto con un gruppo allargato però nello spirito del quartetto. Sarà una performance inusuale».

Cosa pensa di questo fermento che vede i Conservatori aprirsi sempre più verso la città e il pubblico?

«Ora i conservatori devono dimostrare alla città quello che fanno, e sicuramente è una cosa positiva, ma in Italia il problema è a monte, perché siamo in una nazione che non ha ancora capito che il proprio petrolio è la cultura. La situazione dei teatri è drammatica, le orchestre alla fine vivacchiano e nessuno si chiede se stanno facendo un buon lavoro oppure no, perché culturalmente non c'è la preparazione per giudicare. I ministri della cultura non hanno esperienza sul campo, a prescindere dal colore. In Francia fanno ministro della cultura uno scrittore, o un artista, da noi è un politico. La differenza è questa e purtroppo non funziona».