Gazzetta di Modena

Modena

Il paese contro Ferrarini: «Miasmi insopportabili»

di Gabriele Farina
Il paese contro Ferrarini: «Miasmi insopportabili»

Palagano. Cittadini e sindaco contro gli spargimenti di liquami nella campagna «Provocano cattivi odori, la situazione è esasperante. Fuggono anche i turisti»

27 aprile 2014
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PALAGANO. Un’azienda che divide. La ditta Ferrarini continua a far parlare di sé. Negli scorsi giorni i cittadini hanno denunciato una situazione limite. Nel mirino ci sono gli spargimenti di liquami e gli odori che emanano dall’area, adibita all’allevamento di maiali. Gli abitanti preferiscono rimanere nell’anonimato. «Il problema è semplice - ha spiegato un abitante - in quell’azienda allevano troppi capi. Se c’è un maiale fa il suo odore, se in uno stabilimento ne metti cinquemila gli odori si sommano tutti». «Siamo in una zona agricola - ha affermato una residente - gli odori ci possono stare. Il problema è che a volte sembra che approfittino della situazione». Critico anche il sindaco, Fabio Braglia. «Sono due anni che proviamo a sistemare le cose - ha detto il primo cittadino - Palagano ha bisogno di promozione turistica e la gente deve poter vivere con aria pulita e sana. C’è qualcuno che ne sta approfittando. Abbiamo chiesto aiuto più volte, da anni si fanno segnalazioni e sopralluoghi, ma non è stato mai risolto nulla». Tuttavia, c’è anche chi tollera più volentieri la presenza dell’azienda e chiede che l’attenzione sia spostata altrove. «Fate lavorare le persone - ha ammonito una donna - è un’azienda che porta lavoro a Palagano».

«Gli odori ci sono - ha ribadito un abitante - tuttavia non è nulla di più di quanto non ci sia da altre parti».

La ditta era già finita più volte nel mirino. Lo scorso anno era stata diffidata dalla Provincia a seguito di un controllo dell’Arpa, dopo che erano state riscontrate irregolarità. A giugno 2013, c’era stato un sopralluogo dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni, del nucleo ecologico e dell’ispettorato del lavoro per accertamenti. Due mesi dopo, il sindaco aveva emesso un’ordinanza che autorizzava gli spandimenti di liquame solo dal 9 al 25 agosto, a bassa pressione e con obbligo d’interramento. Il testo prevedeva una distanza non inferiore ai trecento metri dai centri abitati e a cento metri dagli edifici in zona agricola. Già nell’aprile 2003 l’azienda aveva ricevuto un “cartellino giallo”, dopo che la Provincia aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica. L’azienda poteva smaltire su terreni ben individuati, con quantità precise e solo previa comunicazione alla Provincia.