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Europa e moneta unica, Feltri: «Addio euro? Pochi vantaggi, tanti rischi»

di Stefano Luppi
Europa e moneta unica, Feltri: «Addio euro? Pochi vantaggi, tanti rischi»

Stefano Feltri, giornalista modenese, in un libro racconta la storia ed i retroscena della crisi

28 aprile 2014
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Sull’Europa «in troppi hanno idee senza se e senza ma: bisogna uscire dall'euro, solo la lira può salvare le imprese, la Germania di Angela Merkel sta combattendo una guerra senza carri armati alla quale non siamo in grado di opporre resistenza. Oppure no, dobbiamo battere i pugni sul tavolo, rompere i vincoli del rigore, accettare il fallimento delle istituzioni e tornare a un'Europa dei popoli, qualunque cosa questo voglia dire». Lo scrivono i giornalisti Alessandro Barbera (La Stampa) e Stefano Feltri (Il Fatto quotidiano) nel loro ultimo libro “La lunga notte dell'euro. Chi comanda davvero in Europa” (Rizzoli, 234 pp., 16 euro). Abbiamo posto alcune domande a Feltri, 30enne modenese responsabile dell'economia al Fatto che ha iniziato la sua carriera alla Gazzetta di Modena.

Feltri perché questo libro?

«Siamo pieni di tesi nette nelle due posizioni pro e contro l'euro, mancava invece un libro che ricostruisse i fatti dalla caduta del governo Berlusconi in poi. Spieghiamo, con fonti accreditate, cosa è successo, dando un quadro d'insieme con alcuni retroscena».

Fai qualche esempio?

«Tra le cose nuove che il lettore troverà ci sono spiegazioni sulla nota lettera della Banca centrale europea (Bce) del 2011: non il commissariamento dell'Italia, quanto una operazione furba del governo Berlusconi per trasformare una situazione umiliante in una assicurazione sulla vita dell'esecutivo. Tremonti e Brunetta, che non si sopportavano, riescono così a prendere tempo, ma sono pasticcioni e per questo arriva Mario Monti».

Come lo descrivete?

«Eravamo alla paralisi e nel libro raccontiamo delle pressioni subite da Monti, in particolare dal ministro delle finanze tedesco e dall'America che insistevano perché accettassimo gli aiuti internazionali. Ma ci saremmo messi sotto tutela; Monti non lo fece ma dovette risanare in un solo anno. È il prezzo dell'indipendenza».

Di cos'altro tratta il libro?

«Spieghiamo ad esempio come la Bce sia diventata l'istituzione centrale dell'euro causando problemi perché agli inizi è responsabile della politica monetaria della zona euro, mentre oggi detta la linea economica con legittimità democratica indiretta e compiti in conflitto tra loro».

Molti partiti, da M5S alla Lega, dicono di uscire dall'euro...

«Uscire dall'euro porterebbe piccoli benefici, nell'export delle aziende ad esempio, difficili da calcolare, ma ci sarebbe il rischio di fallimento di banche e imprese. Pensa solo a quanto costerebbe la benzina venduta in dollari. Gli anti euro offrono spiegazioni semplici a problemi complessi. Occorre piuttosto fare le riforme che non stiamo facendo».