Gazzetta di Modena

Modena

«Alluvione, ancora nessuna risposta dai super-esperti»

«Alluvione, ancora nessuna risposta dai super-esperti»

Oltre tre mesi dopo non si conoscono le cause del disastro Filippi all’attacco: «Ci sono stati errori evidenti e ritardi»

30 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





«Lo stesso sindaco Pighi ha ammesso che la piena era significativa ma non eccezionale. E allora perché l’argine ha ceduto proprio in quel tratto allagando completamente tre paesi e cinque frazioni? A settanta giorni dall’insediamento della commissione di superesperti nominati dal presidente Vasco Errani ancora non sappiamo il perché di quell’alluvione disastrosa». Non fa sconti il consigliere regionale Fabio Filippi (Fi) che in una sua interpellanza continua a martellare la giunta sulle inadempienze per ciò che riguarda il disastro del Secchia del 19 gennaio scorso. Di più: l’esponente forzista punta il dito sulla scarsa manutenzione che a furor di popolo è stata indicata, nei giorni seguenti alla piena, come una delle cause scatenanti del disastro.

Dopo più di due mesi sono ancora 29 le persone assistite; quattro si trovano presso la parrocchia Beata Vergine Addolorata di Modena, 20 nelle strutture alberghiere e 5 in strutture sanitarie per anziani.

Sulla questione rovente della gestione degli argini l’assessore regionale Paola Gazzolo ha risposto l’altro giorno in consiglio e ha spiegato testualmente: «La manutenzione? Può difficilmente essere estesa nell’alveo, per ragioni di costi ma anche per le limitazioni legate alla tutela ambientale».

Facile prevedere la levata di scudi delle associazioni ambientaliste che da anni lamentano sui corsi d’acqua gli sfalci dei canali proprio a primavera quando ci sono le covate e la Regione non ha mai mosso un dito per cambiare l’organizzazione dei lavori.

Che ora gli alberi che crescono sulle rive non si possano potare fa specie anche perchè l’assessore non ha mai spiegato quali sarebbero i pretesi vincoli ambientali.

«L’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) - ha sottolineato Filippi - che ha la competenza sul tratto del Secchia lungo il quale si è verificata la rottura arginale, riceve annualmente fondi per la progettazione e l'esecuzione delle opere idrauliche, programma gli interventi e stabilisce le priorità. Per gli interventi di somma urgenza, come nell'ultima esondazione nel Modenese, arrivano mediamente in Emilia, ogni anno, 5 milioni. Una cifra esigua, se rapportata alle problematiche idrogeologiche cui è soggetto da diversi anni il nostro territorio. Si è preferito garantire lauti compensi ai dirigenti invece di programmare politiche efficaci di difesa idrogeologica. L'assessore regionale alla Protezione Civile, Paola Gazzolo, ha dichiarato che “in merito alle azioni che si intendono portare avanti per promuovere una revisione di Aipo si fa presente che il presidente Errani ha richiesto ai presidenti delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto di affrontare collegialmente il tema dell'assetto dell'Agenzia, in termini di ruoli e competenze, per rinnovare e rendere più efficaci gli strumenti per la gestione del rischio da alluvione e della sicurezza territoriale”. A dimostrazione che errori sono stati commessi. A quanto pare il nuovo direttore percepirà 54.000 euro in meno».

«A tre mesi dall'esondazione del Secchia - conclude Filippi - non sappiamo ancora le cause del disastro. Il Presidente Errani a inizio febbraio ha istituito una commissione scientifica con il compito di analizzare e valutare le cause della rottura dell'argine. Gli esperti non hanno fornito dati certi. Aipo, i servizi tecnici regionali e l'Autorità di Bacino hanno effettuato un'analisi strutturale delle arginature del fiume Secchia. Ma anche in questo caso i cittadini non hanno ricevuto informazioni. Da ultimo ricordo che in Commissione regionale Territorio e Ambiente, a metà febbraio, il direttore di Aipo ha riferito che “dal 2001 non si fanno i piani di tutela e di sicurezza”, aggiungendo che la stessa Autorità di Bacino “aveva segnalato più e più volte situazioni di rischio nel territorio regionale e che l'amministrazione regionale ne era pienamente a conoscenza”. Perché dunque si è arrivati così in ritardo?»

Saverio Cioce