Gazzetta di Modena

Modena

Farmaci ricettati, nuova indagine su Riccò

di Marco Costanzini
Farmaci ricettati, nuova indagine su Riccò

Il ciclista modenese torna al centro di un’inchiesta giudiziaria, questa volta per un traffico di dopanti

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Ci risiamo. Riccardo Riccò torna a far parlare di sé per una vicenda di doping, questa volta legata all’acquisto di sostanze illecite. Squalificato per 12 anni nel 2012 per un’autoemotrasfusione che lo portò al ricovero in fin di vita agli ospedali di Pavullo e Baggiovara e recidivo dopo i 20 mesi di stop già scontati per aver fatto uso di Cera, Epo di terza generazione, al Tour de France 2008, il 30enne formiginese sta continuando lo stesso ad allenarsi pur non essendo più un ciclista professionista. Tentare il record di scalata del Mont Ventoux e di altre cime mitiche come Alpe d’Huez e Galibier la sua ultima idea, «da realizzare come corridore pulito», diceva non troppo tempo fa. Prima di questa nuova, ennesima, bufera. Martedì pomeriggio, nel parcheggio del McDonald’s di Stagno, alle porte di Livorno, i carabinieri del Nas lo hanno colto in flagrante mentre assieme ad un altro ex ciclista professionista, Matteo Cappè, riceveva in una sacca e in una scatola di scarpe confezioni di medicinali contenenti epoetina alfa e testosterone da due livornesi incensurati, un operatore socio sanitario dell’Ausl e un commerciante, finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di ricettazione e commercio di farmaci ad azione dopante. Sul posto sono state sequestrate circa 30 confezioni di medicinali, nelle perquisizioni a casa dei due arrestati ne sarebbe stata trovata un’ulteriore centinaia, con l’aggravante che molte di queste recavano la scritta «per uso esclusivo ospedaliero». Riccò e Cappè, denunciati, erano arrivati all'appuntamento in auto e proprio in questa i carabinieri hanno sequestrato più di mille euro in contanti che sarebbero serviti all’acquisto delle sostanze. «Ero nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono estraneo alla vicenda», la difesa di Riccò, che ieri ha incontrato i legali. «È consapevole di quanto gli è capitato e che lui non c’entra nulla. I soldi non erano nella sua disponibilità, c’è il solo collegamento tra questa circostanza e il fatto che lui fosse presente», le parole dell’avvocato Fiorenzo Alessi.