Gazzetta di Modena

Modena

«Non possiamo ricevere altri stranieri»

«Non possiamo ricevere altri stranieri»

Il sindaco Pighi, preoccupato per il previsto arrivo di migliaia di migranti dall’Africa, lancia un Sos

2 MINUTI DI LETTURA





Modena e gli altri comuni della provincia non sono in grado di far fronte a quella che sembra una vera e propria invasione di stranieri provenienti via mare dall’Africa non è più in grado di accogliere. La preoccupazione vien espressa dal sindaco di Modena Giorgio Pighi alla notizia dell’arrivo di 25 nuovio migranti, transitati per Modena e ospitati a Fanano (vedi a pag. 27)nell’ambito dell’operazione di accoglienza nazionale “Mare Nostrum” in cui “il flusso massiccio di arrivo sta creando difficoltà al sistema Sprar”.

«In questo modo il sistema rischia di non reggere» spiega senta tanti giri di parole.

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati infatti, è organizzato in una prima fase di accoglienza e in una seconda concentrata sull’integrazione, ma sull’onda dell’emergenza, con migliaia di profughi in arrivo, «sempre più spesso – spiega Pighi – gli enti locali sono chiamati a occuparsi di persone, neppure compiutamente identificate, che si sommano a quelle già presenti nel Sistema e per le quali non è possibile organizzare nessuna attività specifica. E’ comprensibile, quindi, la preoccupazione dei sindaci che si vedono assegnati d’ufficio i migranti e bisogna fare molta attenzione e intervenire, questa è la proposta dell’Anci inviata al Governo, organizzando una prima accoglienza dopo lo sbarco e coinvolgendo le Regioni nello smistamento sul territorio, affinché non scatti nella popolazione una sindrome da ‘invasione’, con conseguenti azioni di rigetto e rifiuto».

Per Pighi, inoltre, il governo deve interessare l’Unione europea sul problema delle identificazioni: «La convenzione di Dublino mette in capo al Paese in cui i migranti vengono rintracciati la loro identificazione e il riconoscimento dello status. Molti di questi migranti hanno parenti o comunità del loro Paese d’origine in altri Stati europei, vogliono raggiungerli, e quindi rifiutano di farsi identificare qui in Italia. Ma in caso di flussi anomali, la stessa convenzione – aggiunge Pighi – prevede che Commissione Ue possa derogare alla regola dell’identificazione nel Paese in cui sono rintracciati per la prima volta. Noi chiediamo al governo di sollecitare la Commissione affinché venga presa questa decisione, perché il sistema così rischia di non reggere».

Una preoccupazione quella di Pighi che si fa carico anche di quella dei colleghi di tutta la provincia, che sin qui è sempre stata pronta a fornire il proprio contributo, ma che ora alla luce delle ristrettezze economiche ritiene di non poter più sostenere questo impatto.