«Obiettivi raggiunti e nessun rimpianto»
Nonantola. Borsari si congeda: fa il punto sui suoi dieci anni di mandato e attacca l’opposizione
NONANTOLA. «Nessun rimpianto, per temperamento e perché guardo avanti». Così, il sindaco uscente Pier Paolo Borsari esordisce facendo il punto dei suoi due mandati. «Sono stati dieci anni molto complicati perché rispetto al passato, dove c'era tenuta complessiva delle istituzioni pubbliche, Regioni, Province, Comuni, stiamo oggi scontando tutte le difficoltà che il nostro paese subisce per effetto delle mancate riforme di questi ultimi 20 anni».
Gli obiettivi raggiunti?
«Tre senz'altro. Il miglioramento sul versante ambientale con la raccolta differenziata oltre il 75%; l'investimento fatto sul versante scuola, in particolare sui plessi scolastici che hanno risentito in modo limitato degli eventi sismici; l'imminente apertura di tutta la tangenziale».
Punto di forza della sua amministrazione?
«La scuola. Il lavoro di riqualificazione è pressoché concluso. È stata una priorità autentica, nella nostra azione di governo».
La sua è una passione politica che nasce molti anni fa.
«Sì, fin da adolescente quando ho iniziato da diffusore dell’Unità. Sono in consiglio comunale da ventiquattro anni e ho esordito da assessore nel 1993 con Valter Reggiani. Poi la giunta di Stefano Vaccari. Infine questo doppio mandato. La passione per la politica nasce quando si è giovani, e questo si sa. Ho cercato da subito di coniugarla con un'azione di servizio alla comunità. L'impegno costituisce passaggio obbligato».
E la famiglia?
«Mi ha sostenuto nei momenti complicati ancor prima che giungessero quelli soddisfacenti. Il che è stato per me autentica linfa».
Resterà in politica?
«Sto valutando diverse opzioni, ma un ritorno ad un'attività lavorativa nel privato non lo escludo affatto. Anzi. Il quadro politico oggi è molto schizofrenico quindi non è in grado sempre di distinguere il merito e il valore delle esperienze personali. Eppure, mai come oggi la politica avrebbe bisogno di superare pulsioni al cambiamento che, se non sono accompagnate da spessore nell'affrontare i problemi , risultano sterili e dannose. Molti miei colleghi si fermano alla prima legislatura. Li capisco. Ebbene, questo loro fermarsi dovrebbe rappresentare un campanello di allarme per chi ha a cuore la qualità della vita democratica. Un campanello di allarme molto serio».
La campagna elettorale sta entrando nel vivo e arrivano critiche sui suoi 10 anni da parte di Malaguti. Cosa risponde?
«Fa un po' sorridere e per certi versi è curioso questa deriva sentimentale di Malaguti che si presenta sotto l'insegna di una lista civica per copiare Ferri e dopo che negli anni scorsi è stato il candidato di Forza Italia e del Pdl - Lega Nord, ma d'altra parte è comprensibile che lui abbia bisogno di smarcarsi politicamente dai 10 anni fallimentari di Berlusconi e Bossi. Dieci anni in cui siamo diventati più poveri e meno apprezzati nel mondo a partire dall'Europa con ricadute molto pesanti sulla qualità della vita degli italiani compresi i nonantolani. Sono tranquillo perché i miei concittadini hanno la vista acuta e la memoria lunga e sapranno scegliere bene».
Patrizia Cantusci
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