Tornado.Nonantola: operaio precipita dal tetto di un’azienda - VIDEO
Un operaio di 26 anni è caduto dal tetto di un’azienda danneggiata dal tornado mentre stava facendo lavori di ripristino di parti danneggiate
di Patrizia Cantusci
NONANTOLA. Dopo la furia dei vortici del 30 aprile, il dramma del Primo Maggio. Sono solo le otto del mattino ma tutta la zona industriale di Nonantola è già trafficata da mezzi attrezzati per la messa in sicurezza dei capannoni e delle fabbriche che, dopo gli interventi avvenuti fino a tarda ora della notte dai vigili del fuoco, appaiono, alla luce del sole, in tutta la gravità delle offese esterne ed interne. In via Copernico, su un lotto di cinque capannoni (i cui tetti, coperti da lastre di amianto, hanno subito danni particolarmente ingenti), lavorano gli operai della Ditta Canovi, addetti alla rimozione e bonifica delle coperture di amianto.
Alle 9 il dramma. Un operaio di ventisei anni precipita giù. Sei metri e oltre di caduta. Testimoni riferiscono che sarebbe caduto in piedi, prima di riversarsi con il viso sull'asfalto. L'elisoccorso giunge immediatamente. In codice rosso, trasporta il ferito all'Ospedale di Baggiovara. Vigile e cosciente, l'operaio muove braccia e gambe, secondo quanto viene riportato dai primi soccorritori che lo hanno assistito dopo la caduta. Ha il volto insanguinato, e la telefonata dell'ospedale alla ditta per la quale il giovane lavora giunge alla mezzora per ulteriori dettagli e specifiche sulle dinamiche dell'accaduto, fondamentali in traumatologia e in neurologia. Tuttavia non vengono dati dettagli in merito alle gravi lesioni riportate.
Lungo i marciapiedi altre ambulanze attendono. E' fatto meramente prudenziale ma il nervosismo e l'inquietudine non si placano, in una terra già offesa da calamità naturali di intensa portata. Ci sono i titolari delle aziende, ci sono gli operai, c'è la municipale, ci sono i cittadini di Nonantola. E ci sono le telecamere di carta stampata la cui presenza sembra dilatare il malcontento. Non siamo "avvoltoi", come ci è stato detto; è dovere di cronaca unito ad un senso di partecipazione che deve esserci quando c'è dramma umano. Era la festa del lavoratore, oggi.
Poco più in là c'è via Galilei. La Fonderia Tosatti ha parte dei tetti divelti dalla furia dei tornadi. La titolare, Gabriella Alboresi fa cenno al cielo limpido: "i forni scoppierebbero alla prima pioggia", spiega con angoscia. Sempre in via Copernico, Rino Simoni, membro di Croce Blu e tra i primi a chiamare il 118, guarda con desolazione la sua azienda, le cui lesioni appaiono di importante gravità anche all'interno. Al pari della Oil Control, forse la più lesionata di tutte, anche l'Azienda Tosatti, la AS Mechanica Technology, la SCS Falegnameria, la Simoni & Bevini, per citarne solo alcune, contano i danni. Uffici inagibili, piazzali colmi di attrezzature distrutte. Parafrasando un noto film, giorno di ordinaria follia climatica.