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Pilastrello e Gaggio in ginocchio Un boschetto è stato raso al suolo

Pilastrello e Gaggio in ginocchio Un boschetto è stato raso al suolo

Disperazione tra la gente delle due frazioni. Sulla via Emilia un distributore ha gli impianti inservibili Il sindaco Zanni di San Cesario: «È una tragedia. Chiederemo lo stato di calamità naturale»

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«Ecco, vede dove sono arrivati i bidoni con la tromba d’aria? E le tegole tutte a terra? È stato un attimo, le vetrate sono scoppiate mentre nei saloni entrava acqua e si strappavano le tende». Non si perde d’animo Vibrano Ansaloni, quarta generazione di falegnami e mobilieri, che alla curva del Pilastrello raccoglie i rottami creati dalla bufera nelle sale di esposizione dove sono in bella mostra mobili in stile e moderni. «Solo la vetrata sono 5 mila euro» sospira; ma a fine giornata il bilancio dei danni viene stimato prudenzialmente in 20 mila euro.

Due ore dopo il disastro, il cortile davanti all’azienda è già quasi tutto ripulito di vetri e calcinacci, mentre i figli Filippo e Luca che mandano avanti l’azienda sono in prima fila nel sistemare i mobili. Tra l’arrivo degli artigiani, dell’assicuratore e di chi si arma di scopa e secchio si affaccia il sindaco Valerio Zanni. «Ho sentito la Protezione Civile - dice - Chiederemo la dichiarazione dello stato di calamità naturale».

Dietro di lui, mentre controllano le lesioni ai tetti della casa vicina, ci sono i tecnici comunali e i Vigili del Fuoco. Questi ultimi salgono con l’autoscala sui tetti per rimuovere le grondaie pericolanti e buttare a terra le tegole in bilico sui bordi degli spioventi. Danni pesanti anche ai capannoni vicini al Mangimificio Magri, al concessionario d’auto Modena Motors e anche agli alberi caduti nella vicina casa dove vive Alessandro Simonini assieme a moglie e suoceri: l’esemplare più imponente aveva un fusto di oltre mezzo metro. Ma i danni più gravi, sinora, si registrano al distributore Erg (ex Total) gestito da Alessandro Girotti assieme a Omer Guerzoni e Marco Malavasi. «Solo l’impianto di lavaggio con le centraline va ben oltre i 50 mila euro» commenta malinconicamente uno di loro. Anche la tettoia sulle pompe è deformata, senza contare altri macchinari come i motori elettrici. Facile che il conto finale viaggi tra gli 80 e i 100 mila euro: toccherà alla Erg decidere come ristrutturare l’impianto, strategico in quel punto della via Emilia.

Danni ingenti anche a Gaggio, frazione di Castelfranco: una casa scoperchiata e un bosco cancellato oltre a roulotte ribaltate, tegole sparpagliate.

Una tromba d’aria ha colpito duramente in via Mavora, all’ingresso della frazione, scoperchiando l’abitazione della famiglia Magnaldi, mentre del bosco lì accanto non è rimasto nulla. «La tromba d’aria – ha spiegato Ettore Amadei – ha girato intorno alla casa e poi è entrato nel bosco: le piante, anche di 35, 40 anni sono abbattute a raggiera, segno che ci ha girato dentro. Poi è andato sulla casa, scoperchiandola e abbattendo una quercia secolare». Amadei non è nuovo alle trombe d’aria: l’anno scorso ha subito danni a case e capannoni che aveva a Panzano, una manciata di chilometri in linea d’aria dalle zone colpite un anno fa. «Eravamo alla finestra – hanno ricordato Savino Castagnini e Marisa Barbieri, residenti in via Olmo – Abbiamo visto alzarsi questo turbine di polvere e salire come un imbuto, diventando sempre più grande e muovendosi verso Nonantola». Marito e moglie si sono barricati in casa: «Quando il tornado colpito la casa abbiamo sentito un botto – dicono – sembrava di essere in guerra». Il tornado ha attraversato il filare di case di via Olmo, sradicando alberi e danneggiando i tetti nella sua corsa verso Nonantola. «Ero in auto su via Imperiale tra Gaggio e Nonantola – spiega Elisa Prata – quando me la sono vista passare davanti sollevando di tutto». La stima dei danni è appena iniziata.

Saverio Cioce

Andrea Minghelli