«Serate per minorenni ad alcol zero»
Ferretti: «Iniziazione al bere sempre più precoce, creiamo eventi dove passi il messaggio che ubriacarsi non è da eroi»
Alcol ai minorenni nella discoteca, la cultura dello sballo, i controlli, le sanzioni, locali costretti a lunghi black out e denunce penali. Problemi per le famiglie, per i ragazzi, per i gestori dei locali.
«A questo punto sarebbe doveroso iniziare a lanciare, per poi farla diventare quasi istituzionale, la serata analcolica. Il sabato, il venerdì oppure la domenica sono le serate dove escono i minorenni? Allora niente alcolici. Non si servono alcolici, serata ad alcol zero anche per i maggiorenni. Chi va nel locale quella sera già deve sapere che lì non si beve. Ed è una iniziativa che deve essere supportata da pressoché tutte le componenti sociali: media, amministrazione comunale, gestori dei locali, forze dell’ordine, associazioni per la sicurezza della strada e quelle che fanno campagne anti alcol, fuori dai locali con gli etilometri. Si vedrà allora se i gestori sgarrano, ma si vedrà anche se sgarreranno gli adolescenti».
È la proposta di Claudio Ferretti, responsabile del Sert di Modena, alla luce della recente chiusura per tre mesi del Kyi, la discoteca di Baggiovara a causa della ripetuta somministrazione di bevande alcoliche ai minori: da dicembre ad oggi tre under 16 sono finiti in ospedale per effettuare la necessaria lavanda gastrica a causa dell’abuso di alcol, sono scattate, oltre ai provvedimenti amministrativi, denunce penali per il giovane gestore del locale. A tal proposito il procuratore capo Vito Zincani: «C’è massima attenzione da parte della procura nei confronti di questa vicenda e di quelle che si presenteranno. Il fenomeno dello sballo si è presentato prepotentemente in Italia negli ultimi anni e la giurisprudenza ha dovuto affrontarlo con misure opportune. Il divieto di somministrazione di alcolici ai minori è una di queste misure e da parte nostra c’è il massimo rigore, così come auspico ci sia anche nei gestori dei locali perché si tratta dei nostri come dei loro figli».
Serate per i minorenni ad alcol zero, dunque: «L’iniziazione all’alcol - spiega Ferretti - si fa sempre più precoce. Abbiamo potuto constatare a livello nazionale così come a livello locale come si inizia a bere alle scuole medie, soprattutto nel passaggio tra le inferiori e le superiori. E si è in una fase precoce da tutti i punti di vista: il fegato non riesce a smaltire in modo opportuno le sostanze alcoliche, nell’età adolescenziale il cervello si sta sviluppando e l’alcol è nocivo a questo sviluppo. Nei nostri incontri nelle scuole superiori in cui si affrontano le discussioni specifiche su alcol e tabacco inevitabilmente viene fuori il racconto dell’ubriacatura, della notata passata a vomitare. E deve passare il messaggio che chi ha vomitato tutta la notte non è ha compiuto una impresa, non è stato un eroe. C’è una forte coscienza nei giovani: non sempre tutti seguono la massa in modo passivo, come nel caso dell’ubriacatura comandata via Facebook, in cui si era come obbligati da una catena di Sant’Antonio a bere quantitativa assurdi di alcol. Da questo fenomeno c’è stato chi si è distinto, proponendo la “catena” alternativa, quella della bevuta di aranciata. L’alcol nei giovani, ho potuto constatare, è spesso una stampella in chi ha problemi di timidezza, di chiusura comunicativa: la disinibizione e il fatto di compiere la super bevuta, l’atto eroico, dà la sensazione di essere al centro dell’attenzione. Invece deve passare il messaggio che al contrario chi si comporta così ha qualche problema risolvibile in altro modo, che l’ubriacatura è una stupidata, non serve se non a far stare male se stessi e gli altri».