Modena, Nidi: l’appalto per risparmiare che fa spendere di più - VIDEOINCHIESTA
Il cambio di gestione, con incarichi esterni per supplenze brevi, mostra il “lato b” E il Comune deve anche organizzare corsi di formazione per l’agenzia interinale
Asili nido pubblici con «segreti commerciali» privati, e lezioni di pedagogisti comunali a educatori scelti dall'agenzia interinale. È il controverso appalto da 1,3 milioni di euro che ignora una graduatoria pubblica a favore di una lista riservata. E alla fine l'amministrazione spende di più rispetto alla gestione interna. Prima tutto era gestito dal Comune, che selezionava gli educatori da mandare negli asili per le supplenze. Nel 2012 l'amministrazione separa le supplenze in lunghe e brevi, con le lunghe tenute all'interno, e le brevi esternalizzate all'agenzia interinale GiGroup. Così si creano due liste: una graduatoria pubblica da cui il Comune attinge gli educatori per le supplenze lunghe superiori ai 60 giorni, e una lista riservata della GiGroup per le supplenze inferiori ai 60. Per fare parte della graduatoria comunale, nel 2013 si presentano oltre 300 candidati. In 177 passano la selezione, e solo una trentina vengono assegnati alle supplenze lunghe. Agli educatori rimasti senza incarico, il Comune consiglia «di rivolgersi all'agenzia», per avere le supplenze brevi e continuare a lavorare. Ma nascono dei problemi.
DUE TRATTAMENTI
Lo racconta un'educatrice presente in graduatoria comunale: «Nel 2012 mi arriva un sms dal Comune. C'era scritto che la gestione delle supplenze brevi era passato all'agenzia. Porto il curriculum, però mi chiamano solo una volta». Per Adriana Querzè, assessore all'Istruzione, le liste «sono due sistemi che non hanno nulla in comune». Ma il personale dell'agenzia lavorerebbe comunque di più rispetto agli educatori selezionati dal Comune, con casi di disparità di trattamento fra lavoratori. L'agenzia, pur avendo a disposizione una graduatoria già fatta dal Comune, non ha l'obbligo di rispettarla e la ignora a favore dei propri educatori scelti con «segreti commerciali». GiGroup incassa soldi pubblici con l'appalto e non rilascia dichiarazioni in merito, mentre il Comune si tira fuori. Ma la situazione ambigua ricade sugli educatori.
DOPPIA SELEZIONE
L'assessore difende l'appalto: «Nasce dalla riforma Fornero, in cui fra due contratti bisogna mettere un periodo di sospensione. Con le supplenze brevi all'agenzia si è risolto il problema della continuità». Ma Federico Ricci, consigliere comunale di Sel, attacca: «Questo appalto crea due percorsi paralleli, con graduatoria comunale e lista dell'agenzia. Una ditta privata che seleziona insegnati per gli asili pubblici e fa formazione con criteri coperti da segreti commerciali è un paradosso». I toni si alzano. «Se dal punto sindacale qualcosa non funziona, invito a rivolgersi dal giudice del lavoro», spiega Querzè, ma Stefania Gasperini della Cisl ribatte: «Sembra una risposta alla Marchionne, non da amministratore pubblico. Arrivare al giudice è una sconfitta per amministrazione e sindacati. Il Contratto nazionale vieta utilizzo di interinali per Polizia municipale e insegnanti d'infanzia, e il Comune aggira una norma nazionale». Anche per Maurizio Guidotto della Cgil «l'appalto snatura l'accesso alla pubblica amministrazione perché bisognerebbe superare la selezione con prove d'esame. Così come sono trasparenti le liste di chi effettua un concorso, anche l'agenzia dovrebbe fare altrettanto».
NODO FORMAZIONE
Uno dei punti ambigui dell'appalto rimane la selezione degli educatori. Se nel bando c'era scritto che il servizio dell'agenzia doveva comprendere «attività di ricerca, selezione, formazione», ora è il Comune che va in soccorso all'agenzia con dei suoi pedagogisti a fargli formazione. Sui corsi invece bocche cucite. Le lezioni agli educatori dell'agenzia si svolgono a porte chiuse nella struttura pubblica MeMo, e la multinazionale GiGroup versa circa «1100 euro» per pagare pedagogisti e affitto della struttura.