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Una foto una storia/ Silue: arte tra l’Africa e Villanova - FOTO - VIDEO

di Laura Solieri
Una foto una storia/ Silue: arte tra l’Africa e Villanova - FOTO - VIDEO

In città da 16 anni l’ivoriano crea opere con oggetti di scarto. Grande passione pure per la fotografia

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Dalla Costa d'Avorio a Modena, seguendo un percorso artistico che viaggia da sempre su due binari paralleli: la ricerca e la provocazione. Joachim Silue, classe 1972, attinge dalla propria infanzia e dal presente per creare il domani: questa è la materia principale che utilizza per comporre le sue opere: la vita. «L'arte e la creatività mi appartengono fin da bambino, quando per me e i miei fratelli costruivo giocattoli con un fil di ferro o un copertone di macchina, materiali che non a caso utilizzo ancora oggi per i miei plastici», ci racconta l'artista sfogliando i suoi album dei ricordi.

Operatore museale al Museo Civico, Silue è a Modena da sedici anni e vive a Villanova, dove ha il suo laboratorio. Le sue opere testimoniano il forte legame dell'artista con il nostro territorio: dal plastico intitolato “Villanova” all'opera che porta il nome di una collega: «ho diverse opere nella mia ultima pubblicazione che hanno come titolo “Villanova” - ci racconta l'artista - I titoli sono un'impronta che andrà a scalfire il posto, il luogo dove nasce questa ricerca ovvero una frazione del territorio modenese. Cerco di mettere a confronto la nostra realtà con altre civiltà della nostra epoca e del nostro tempo. Ho vissuto in Africa fino ai 18 anni - prosegue Silue - Sono nato in una megalopoli ma ho avuto la possibilità di esplorare la realtà dei villaggi circostanti, conoscendo i miei avi. Quando mi sono trasferito in Italia e la mia conoscenza artistica si è sviluppata, ho cercato uno spazio che mi trasmettesse la stessa purezza respirata in quei villaggi, per ricreare, attraverso i miei archivi mentali, la stessa atmosfera incontaminata».

Gli oggetti in disuso, scartati dalla vita, sono la passione di Silue: «io voglio sempre tornare indietro per riprendere il passato e dargli un futuro. Vado matto per qualsiasi oggetto che ha l'essenza del vissuto. E così i miei amici e tutte le persone care che mi circondano sanno che quando hanno qualcosa da buttare, me lo devono portare!». La terra, la sabbia che insieme a dei leganti portano alla creazione di un materiale organico particolare, sono la materia preferita dell'artista per l'elaborazione dei suoi plastici che, anche se all'occhio inesperto può sembrare, nulla hanno a che vedere con l'arte povera. Anche la fotografia fa parte delle passioni artistiche di Silue, il suo “tubo di scappamento” come piace definirla all'artista, il suo modo di evadere dal quotidiano, in solitudine. «Prima o poi mi toccherà aprire il baule, perché ho una valanga di fotografie che aspettano di uscire da lì! Mi piace fotografare per me stesso, essere spettatore unico dei miei scatti. È una passione intima che fino ad ora ho custodito gelosamente». La rappresentazione di nature morte è un altro grande tema che torna nelle opere di Silue, su cui si concentra l'intento provocatorio della sua espressione artistica: «lo spreco alimentare, la fame, la povertà, la distribuzione della ricchezza nel mondo che inficia la possibilità dei popoli di accedere in egual modo alle risorse a disposizione, sono temi a me particolarmente cari: la rappresentazione di una natura morta composta da materiali di scarto e non dall'opulenza dei cibi che imbandiscono le tavole, penso trasmetta un messaggio ben preciso».

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