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Tornado a Nonantola/ Oggi ripartono decine di ditte - I VIDEO - LE FOTO

di Andrea Minghelli
Tornado a Nonantola/ Oggi ripartono decine di ditte - I VIDEO - LE FOTO

Nonantola. Quattro giorni di lavori senza sosta per ripulire e sistemare macchinari, gli imprenditori non si scoraggiano

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NONANTOLA. Quattro giorni dopo, quattro giorni passati a maniche rimboccate a pulire capannoni e macchinari, raccogliere vetri rotti, lamiere accartocciate, alberi caduti, ad asciugare l’acqua caduta dai tetti rotti. A Nonantola oggi è il giorno della riapertura per decine di aziende, ma per tornare alla piena produzione serviranno ancora giorni. Quello della Bosch, che oggi riprende a lavorare a pieno regime, è un caso più unico che raro. Per le attività colpite c’è ancora tanto da fare, eppure si oggi si timbra il cartellino perché la devastazione è arrivata a fine mese, quando le imprese sono chiamate a scadenze e contratti da rispettare. «C’è chi non si è fermato – spiega Maria Grazia Simoni, della Simoni e Bevini, che in via Copernico ha un paio di capannoni vuoti – e alcuni hanno riaperto anche sabato. Era fine mese, le consegne imminenti e i clienti vogliono quello che hanno chiesto. Se non si consegna in tempo si rischiano delle penali, se non peggio, perdere i clienti». «Avevamo dei prodotti già pronti da consegnare, che i clienti stavano aspettando – rimarca Fabrizio Sighinolfi, della Scs, ditta che produce imballaggi per la ricambistica e lavora il legno – oggi riapriamo anche noi, finchè non piove». Riapre anche l’autocarrozzeria di Demir Dzinovic, l’Arena Car, anche se a metà: «Uno dei capannoni è integro – commenta – l’altro invece è distrutto. Il tornado c’è passato in mezzo. Dentro volava di tutto e alcune delle gomme sono finite sul tetto, ha addirittura spostato camion e auto, mentre sul retro ha scaravoltato un camioncino. Uno non sa nemmeno da dove iniziare per pulire tutto questo casino». Nei giorni scorsi chi non poteva chiamare service specializzati c’ha dato dentro di olio di gomito dalla mattina alla sera, pur di tornare a un barlume di normalità. «Abbiamo lavorato ogni giorno dalle 7 di mattina e oggi possiamo riaprire, anche se non del tutto», dice Enrico Di Cristofaro della Filtran, che produce macchine per il trattamento delle acque di scarico. Hanno due capannoni, in uno ancora non si può lavorare, ma nell’altro sì: «gli uffici invece sono ancora un caos, è venuto giù tutto il controsoffitto e potremo riaprirli solo domani». Molte altre aziende oggi alzeranno le serrande in via Galvani, come la Dall’Erba, che fa ricambi per motori elettrici, così come in via Leonardo da Vinci. Ma se alcune ditte possono dire di vedere una luce in fondo al tunnel, altre non sono altrettanto fortunate. Un esempio è la Mc, ditta di meccanica di precisione: «Oggi riapriamo sì, ma non per produrre – commenta amaro Domenico Chindemi – dobbiamo sistemare tutto. Il nostro capannone è stato uno dei più colpiti. L’acqua è entrata dal tetto ed è caduta sui macchinari. Speriamo di poter ripartire nel giro di pochi giorni». Stessa situazione anche alla Jas di via Galvani. «Oggi non riapriamo – dice Angelo Ciccarelli – abbiamo infiltrazioni d’acqua, è piovuto dentro al capannone e sui macchinari, che vanno controllati uno per uno per vedere se funzionano ancora o se sono stati danneggiati e vanno riparati».