Uffici Giudici di Pace: comincia l’alluvione di fascicoli e pratiche
Dalla sedi provinciali scattato il trasloco verso il capoluogo Organici dimezzati per 4500 cause. E altre 2000 in arrivo
Fascicoli giudiziari ammucchiati in ogni sedia e scrivania libera. E il corridoio è diventato un percorso a ostacoli dove avvocati e impiegati cercano di trovare le pratiche infilate negli scatoloni.
L’accorpamento a Modena degli uffici dei Giudici di Pace non poteva esordire nel modo peggiore. Le cataste di carte hanno cominciato ad affluire, sinora solo da Vignola, grazie a trasporti e corrieri trovati all’ultimo minuto. Solo nella nostra città, e con un carico di lavoro inimmaginabile nelle altre sedi dell’Emilia Romagna, i sei mesi di tempo per i trasferimenti sono stati eliminati di botto. A Ferrara ad esempio, come da legge, gli spostamenti avverranno sino a fine ottobre. Pure diluita sarà l’operazione a Reggio, Parma e in Romagna; chi si trasferisce subito è solo perché non ha troppe pratiche. In Corte d’Appello a Bologna non hanno commentato, ma è evidente che gli 800 giudizi, solo da Carpi, trasferiti di botto a Modena creeranno situazioni difficili.
Già lunedì 28 aprile, antivigilia della chiusura definitiva delle sedi di Sassuolo, Carpi, Finale, Mirandola, Pavullo e Vignola, solo in una sede un foglietto incollato alla porte chiuse avvisava gli utenti: negli altro mancava pure quello.
«Ma insomma! - protesta uno dei legali che ha dovuto correre in via S.Pietro per evitare la scadenza dei termini - Non potevano avvisarci in qualche modo tramite l’Ordine degli Avvocati? Sapevamo che la decisione era nell’aria e che la scadenza era prossima: ci siamo mossi per tempo, preparandoci al peggio. Ma i privati che avevano da presentare un’istanza o chiedere le copie di un incartamento? Cosa potevano fare se non avevano il tempo di venire in città?».
Il peggio però deve ancora arrivare. Nei prossimi giorni la marea dei 2 mila fascicoli da tutta la provincia dovrà trovar posto a Modena perché l’ordine perentorio è quello di sgombrare al più presto le sedi periferiche. A qualsiasi costo: peccato però che dei 15 funzionari in pianta organica nel 2009 oggi ce ne siano solo la metà, e alcuni sono in part time. A loro, e solo a loro, toccherà l’onere di gestire i duemila processi che si aggiungono ai 4.500 già in corso a Modena.
Nel frattempo, come in una vaudeville, tutti corrono avanti e indietro sulle strade della provincia per portare, riportare e spostare i fascicoli. E il trasferimento di giudici e cancellieri dalla provincia al capoluogo? In corso Canalgrande non c’è stato nessun trasferimento per affiancare i colleghi in servizio. Tutti ipotecati sino all’ultimo per Procura e Tribunale. Il risultato? La riduzione del 70% degli orari d’apertura al pubblico degli uffici del Giudice di Pace di via S.Pietro. Dalle due ore al giorno riconquistate tre mesi fa dopo anni di aperture a singhiozzo della cancelleria, oggi si torna a 7 ore settimanali. Lunedì e giovedì dalle 9 alle 12.30, le consultazioni dei fascicoli degli uffici soppressi è possibile solo il martedì dalle 9 alle 11.
Le nuove disposizioni, nero su bianco, sono affisse alle bacheche degli uffici di via San Pietro. Non era proprio possibile far nulla per evitare il gigantesco ingorgo che sta per intasare gli uffici? Una provincia con sedi così importanti come Carpi e Sassuolo, con quello che significano anche a livello nazionale, possono ritrovarsi così a mal partito? Eppure da mesi i responsabile dei Giudici di Pace avevano presentato ai piani alti del Palazzo di Giustizia le proposte per snellire e rendere efficienti il trasloco, scaglionandolo nel tempo e chiedendo di avere almeno un cancelliere in più. La risposta è stata negativa. Le conseguenze le pagheranno i cittadini alle prese con aggressioni, minacce, crediti non riscossi e debiti, multe cervellotiche; dovranno scegliere se affrontare le udienze e i fascicoli in trasferta oppure buttare la spugna.