Gazzetta di Modena

Modena

Una folla per l’ultimo saluto a Berselli

Una folla per l’ultimo saluto a Berselli

Per i funerali dell’uomo del rugby modenese tutto il mondo dello sport e non solo. Gremita la chiesa di Sant’Agnese

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Tutto il mondo del rugby, tutto il mondo dello sport e tanti modenesi. Una folla ha dato l’ultimo saluto all’uomo del rugby modenese, Almer Berselli, scomparso giovedì all’età di 67 anni. Stracolmi la chiesa e anche il piazzale a Sant’Agnese.

Portare a Modena la passione per il rugby, la stessa passione che ha profondamente segnato la sua vita. Far diventare la pallaovale uno sport amato e una disciplina praticata anche all’ombra della Ghirlandina. Erano questi gli obiettivi di Almer Berselli, il presidente del Modena Rugby, che si è spento nella notte tra mercoledì e giovedì colpito da malore, all’età di 67 anni. Una morte improvvisa e dolorosa non solo per il mondo del rugby, ma per tutto lo sport modenese. Perché Almer Berselli era il rugby a Modena, come ha spiegato Luciano Gigliotti, vicepresidente della società biancoverde e primo allenatore del Berselli giocatore. Con passione, personalità e portafoglio, Berselli ha raggiunto il suo obiettivo, diffondere la pallaovale in una città fatta di calcio, volley e motori, e sfiorato il suo sogno, quello di portare il Modena Rugby nell’Elite del rugby italiano. Nato il 14 dicembre 1946, Berselli si avvicina al rugby nel 1962, diventando uno dei punti di forza del club modenese.

Pilone possente e tecnico, Berselli rimane sempre legato al club geminiano, tranne una parentesi nella squadra dell’esercito durante il servizio di leva e una stagione a Bologna. Dopo aver guidato la squadra in campo, il passaggio in panchina e l’esperienza da arbitro, prima di passare dietro la scrivania, come dirigente ed infine presidente del Modena Rugby Club. Dal 2002, anno in cui raccoglie il testimone da Luciano Zanetti, Almer Berselli, sempre insieme al suo cane Nerone, punta sempre più in alto, spinto da un’ambizione che riesce a trasmettere ai suoi giocatori e a tutto l’ambiente. In dieci anni la crescita del movimento ovale modenese è impetuosa. Il 9 dicembre 2007 viene inaugurato a Collegarola il nuovo impianto di rugby, ancora oggi fiore all’occhiello della Modena ovale. Il 27 novembre 2010 allo stadio Braglia arriva per la prima volta l’Italrugby, che gioca e vince il test match con le Isole Fiji. Dalla serie B il Donelli conquista la serie A1, la seconda categoria in Italia dopo l’Eccellenza, e chiude il 2011 al quarto posto in classifica, in piena zona play off. È il punto più alto del Donelli e del rugby a Modena. L’addio di alcuni sponsor e i costi di gestione sempre più alti costringono il presidente a rivedere i piani, dando inizio ad un declino societario che lo coinvolgerà nel profondo.

È l’inizio della fine. La passione per il rugby e l’amore per il Modena sono comunque più forti di tutto, così nelle ultime due stagioni ecco le ultime gioie: i play out vinti nel maggio scorso superando il Cus Padova e la salvezza raggiunta quest’anno, con la ciliegina della vittoria di domenica nel derby con Parma. E lui sempre a bordo campo, a sostenere i suoi giocatori, a proteggere la squadra, a dare tutto e anche di più. Almer Berselli lascia il figlio Simone, la nuora Giulia e due nipoti, Umberto e Carlotta.