Si cerca una via per evitare un mare di guai
«E ora che si fa?» La domanda corre un poco tra tutti i magistrati a Palazzo di Giustizia. Nessuno osa criticare apertamente le scelte già avviate e che sembrano, ogni giorno che passa, come una...
«E ora che si fa?» La domanda corre un poco tra tutti i magistrati a Palazzo di Giustizia.
Nessuno osa criticare apertamente le scelte già avviate e che sembrano, ogni giorno che passa, come una sorta di valanga che aumenta velocità e dimensioni mano a mano che scende a valle. Del resto chi ha deciso di trasferire in blocco, anzichè usare i sei mesi previsti dalla legge, tutti i processi dalle sedi distaccate della provincia? Ora il guaio è fatto e le frizioni con gli avvocati minacciano di essere fuori controllo. Al tempo stesso nessuno ha la lucidità di reclamare una sorta di “exit strategy” per indicare una via d’uscita onorevole. Il meno peggio, purtroppo, è quello di rinforzare almeno per un anno o due gli organici e colmare i vuoti. Altrimenti saranno dolori. (s.c.)