Gazzetta di Modena

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Cemento nel parco/ Chioschi nel degrado, il giudice: devono vigilare i proprietari

Cemento nel parco/ Chioschi nel degrado, il giudice: devono vigilare i proprietari

Nuovo provvedimento per stoppare le polemiche sullo stato di incuria dopo il sequestro di 4 cantieri Sentiti intanto tutti i titolari delle baracchine, anche quelli che hanno rinunciato all’investimento

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La magistratura modenese ha nominato custodi dei quattro chioschi sequestrati i rispettivi proprietari.

La decisione è arrivata al termine delle polemiche di questi giorni, in particolare sul presunto degrado che avrebbe investito i viali dopo la decisione della magistratura. Erano anche circolate le immagini di bivacchi notturni, per dimostrare come lo stop ai lavori, oltre a compromettere la stagione, avesse favorito l’avvento di barboni e intrusi nel parco.

Gli accertamenti disposti dalla Procura, hanno invece chiarito che i bivacchi avevano riguardato per lo più altri chioschi (in particolare la tettoia esposta di un chiosco non sequestrato), mentre in un solo caso era stato trovato dal Corpo Forestale - cui inizialmente era stata assegnata la custodia - una sorta di giaciglio nei cantieri interessati dall’inchiesta, oltre ad una recinzione in plastica parzialmente strappata.

Fatto sta che, per tagliare la testa al toro, è stato deciso di adottare un provvedimento peraltro usuale di queste situazioni: saranno gli stessi proprietari i custodi delle aree sequestrate.

I concessionari, intanto non si danno per vinti: avrebbero voluto che la custodia restasse, intensificata, a carico della Procura e stanno comunque decidendo se ricorrere in Cassazione contro la decisione del Riesame, che ha confermato allo stato attuale la fondatezza dell’inchiesta sull’abuso edilizio, per la inedificabilità nel parco dei viali.

Inchiesta che nel frattempo va avanti, anche se - questo è inusuale - ancora senza indagati. Evidentemente il magistrato titolare, dottoressa Claudia Natalini, ha deciso di raccogliere prima ogni elemento utile, oltre al conforto dei magistrati che finora hanno validato la consistenza della vicenda, con i suoi pesanti riflessi, anche politici.

Nei giorni scorsi il magistrato ha fatto ascoltare i gestori delle baracchine che esistevano sul Parco delle Rimembranze negli ultimi anni e che erano stati contattati dal Comune per il progetto di riqualificazione al centro dell’indagine.

I rinunciatari riferiscono di avere in sostanza spiegato che non avevano intenzione di imbarcarsi in un’avventura finanziaria troppo grande. C’era chi, titolare di un chiosco gelateria, gestito magari come secondo lavoro, si sarebbe trovato infatti a dover investire cifre troppo importanti per costruire una struttura ben più impegnativa.

È anche stata ricostruita tutta la trattativa per allungare il periodo al termine del quale il Comune avrebbe “acquisito” le strutture, passato dagli iniziali dieci anni a quindici rinnovabili con altri quindici.

I titolari dei chioschi sequestrati continuano ad accusare il Comune, sostenendo di essere stati trascinati in una vicenda che li ha pesantemente danneggiati. Nei giorni scorsi, si ricorderà, erano stati sentiti il sindaco Pighi e due assessori, che avevano invece lasciato intendere un iter condiviso con i chioschi. L’inchiesta accerterà anche questo.