«Faremo la guardia sul Pd se viola i patti, mordiamo»
La formazione riformista che unisce società civile a Pri, Psi e transfughi dell’Idv ribadisce il convinto sostegno a Muzzarelli e “avverte” l’alleato di coalizione
L’obiettivo è ambizioso: raggiungere e superare il 3% dei voti, diventare la seconda forza della coalizione e comunque una componente fondamentale per il candidato sindaco Giancarlo Muzzarelli nell’amministrazione della città. Un candidato che i “Moderati per Modena” sembrano preferire al suo partito, il Partito Democratico, con il quale sono comunque alleati in coalizione. Nella legislatura appena conclusa non sono piaciute molte cose del Pd. «Pighi è l’unico sindaco che in questi anni ha avuto contro il suoi partito.... - commenta Paolo Ballestrazzi - Certo non è esente da colpe, ma ha dovuto governare con la scure del Patto di stabilità sulla testa. Mi meraviglia invece che uguale trattamento non sia stato riservato al sindaco Barbolini gravemente colpevole di non aver saputo aministrare e far fruttare i 130milioni incassati con le vendite delle azioni Meta e Autobrennero». Ora però nel Pd, assicurano i Modeari per Modena, sembra spirare un vento diverso, specie su urbanistica e ambiente, e in più c’è un programma scritto insieme con precisi impegni di Giancarlo Muzzarelli. «E noi saremo cani da guardia nella coalizione - aggiunge Ballestrazzi - pronti a mordere il Pd alle caviglie se deraglierà...» Considerazioni fatte in occasione dell’aperturadelal campagna dei Moderati per Modena, formazione politica nata nel 2005 a livello nazionale, molto forte nel Nord Italia, che qui è diventata punto di aggregazione per una rete di associazioni e partiti storici come il Psi, il Pri e l’area Cattolica tra cui ex-esponenti di primo piano dell’Idv come Mario Galli. «Dopo aver visto in che condizioni sia la politica della seconda repubblica - aggiunge Ballestrazzi - si può dire che la prima repubblica è stata archiviata troppo in fretta... Certo c’erano cose che andavano buttate, ma la buona politica quella basata sull’arte di amministrare bene le cose, nell’interesse di tutti e non dei centri di potere o singoli, non andava buttata. Ecco quindi che noi con i Moderati per Modena vogliamo riproporre quel modello di buona amministrazione riformista nell’interesse della città in un momento quanto mai difficile per tutti».
La scelta di appoggiare Muzzarelli, indicato come «elemento di innovazione e discontinuità», viene spiegata in modo volutamente paradossale da Ballestrazzi: «Intanto perché dall’altra parte... c’è il nulla. - spiega - Giancarlo invece ha le qualità e l’esperienza di cui ora Modena ha bisogno. Poi le riforme vanno fatte per gradi. Noi vogliamo esserci per guidare la città nella giusta direzione» E il capolista Claudio Malavasi aggiunge: «Veniamo da anni in cui per fare politica si sarebbe dovuti essere giovani, “ immuni” da qualsiasi esperienza nei partiti o nelle istituzioni. E questo ha portato a una politica fatta di gara a chi la spara più grossa per i giornali, senza concretezza. Un esempio chiave è la Parma di Pizzarotti una città ibernata e immobile».
L’appoggio a Muzzarelli non si basa solo su una simpatia personale, ma su un programma riassunto in alcuni punti fondanti. Oltre all’impegno sul tema del lavoro, i Moderati per Modena sottolineano la Modena digitale, la semplificazioneburocratica per le aziende, la progressiva riduzione di tariffe e tributi, la riduzione degli apparati burocratici comunali, una politica efficace per il centro, politiche della sicurezza più concrete, una riqualificazione della rete dei quartieri. A questi Mario Cardone segretario Psi aggiunge alcuni aspetti chiave: «Da una forte revisione della politica delle società partecipate, a politiche di bilancio ben diverse da quelle sin qui registrate a una politica sanitaria e sociale coerente e aggiungiamo anche la fiscalità di vantaggio».