Gazzetta di Modena

Modena

il caso. la rabbia dei proprietari

Finiscono agli arresti nella stessa casa abitata illegalmente

«Gli danno gli arresti domiciliari nella casa di mia proprietà, che in precedenza aveva già occupato contro la mia volontà». È questa, in sintesi, l’incredibile pubblica denuncia di Marilisa Menon,...

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«Gli danno gli arresti domiciliari nella casa di mia proprietà, che in precedenza aveva già occupato contro la mia volontà». È questa, in sintesi, l’incredibile pubblica denuncia di Marilisa Menon, una carpigiana residente col marito a Cortile, che da un paio d’anni sta vivendo una vicenda ai limiti dell’assurdo.

«Tutto è cominciato – riepiloga Marilisa – dopo il terremoto. Anche la nostra casa è stata danneggiata e, allora, accettammo l’offerta di due tizi siciliani che si qualificarono come muratori. Dal momento che questi si lamentavano delle spese da sostenere, proposi loro di stare temporaneamente nella mia casa di campagna di via Canalvecchio. Tuttavia questi soggetti, appena ricevute le chiavi di casa, non rispettarono gli accordi e, al contrario, eseguirono i lavori in maniera molto approssimativa, facendoci spendere inutilmente diverse migliaia di euro e chiamando nella casa, che avevo loro temporaneamente offerto, diverse altre persone. Più volte ho denunciato il problema al Comune e alle forze dell’ordine, affinché li facessero sgomberare. Ma non è mai servito a nulla. Poi – prosegue – dopo diversi mesi ho rivisto la loro foto sul giornale, perché erano stati arrestati per spaccio di droga. L’altro giorno, apprendo infine che il giudice ha predisposto per uno di loro, tale S.Q., gli arresti domiciliari nella stessa casa di mia proprietà. Io mi chiedo come è possibile. Ora ho paura. Ma si può affidare una residenza in una casa occupata abusivamente?».

«Che giustizia è questa? E,- conclude - ulteriore beffa, sarà quando a giugno mi arriverà l’Imu da pagare su questa seconda casa, della quale ora io e mio marito avremmo necessità per riuscire a sistemare finalmente la casa nella quale viviamo». (m.ped.)