Gazzetta di Modena

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«Il deserto è padrone del centro storico»

di Stefano Luppi
«Il deserto è padrone del centro storico»

L’analisi di Alvezio Bigi, presidente di Confesercenti e le ricette per il rilancio «Troppi negozi chiusi vittime di una sproporzionata grande distribuzione»

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Desertificazione commerciale del centro storico, concentrazione della grande distribuzione, mancanza di politiche di inclusione sociale e naturalmente la crisi economica che porta numeri in rosso e disoccupati tra i giovani e tra le persone di mezza età. Con l'analisi di Alvezio Bigi, presidente di Confesercenti Sassuolo da una quindicina d'anni, continua l'inchiesta della Gazzetta sulla situazione a Sassuolo a poche settimne dalle elezioni amministrative del 25 maggio. «Dal punto di vista dell’economia - spiega Bigi - il comprensorio e Sassuolo in particolare vive una realtà pesante, sintetizzabile con il calo netto, da anni, dei ricavi delle aziende e del numero delle attività. Qui siamo a numeri ancora peggiori rispetto ad altre parti della provincia dove la situazione non è felice, ma il trend maggiormente negativo si nota girando per le vie del centro: sono tantissimi i negozi vuoti e di conseguenza è tanta la gente che perde il lavoro e difficilmente viene riammessa. Ma il calo generalizzato, ad esempio nei servizi alla persona nel 2012 vedeva ricavi giù del 12%, mentre nell'alimentare la contrazione dei consumi e dei beni di prima necessità fa spavento. E poi c'è il problema della grande distribuzione che qui ha una presenza sproporzionata, una concentrazione tale non è presente in nessuna altra parte d'Italia. E i piccoli e medi soffrono perché sono nella tenaglia tra la crisi e la grande distribuzione appunto».

Trovare la ricetta per i problemi non è semplice.

«Già. penso comunque che sia importante occuparsi a Sassuolo di un aspetto sociale legato alla vita delle persone, senza dimenticare ovviamente quello economico. Ma del primo aspetto si parla poco ed è fondamentale: comune, associazioni e altri attori devono favorire al massimo un clima sociale positivo. Occorre lavorare sulla inclusione sociale degli adulti perché i ragazzi a scuola già la attuano: non servirebbero molti soldi, solo buona volontà e si potrebbe dare come al quartiere Braida dove la gente in una zona di degrado ha creato il Parco Amico, frequentatissimo».

Secondo lei la campagna elettorale si giocherà, come la scorsa, sul tema della sicurezza?

«Forse - continua Bigi - ma io penso che si debba agire sul piano della persona e non della repressione. Il sindaco Caselli 5 anni fa vinse parlando alla pancia degli elettori e poco dopo gli agenti di polizia municipale acquistarono tre cani poliziotto e l'assessore andava in giro di notte con gli agenti. Non penso fosse la via migliore, occorre invece cultura e un clima di serenità».

Altri temi potrebbero migliorare Sassuolo?

«La cultura potrebbe aiutare, ma stiamo con i piedi per terra e valorizziamo quel che abbiamo, a partire dal Palazzo Ducale anche se parlare di turismo è complicato. I turisti si possono convogliare lì, ma occorrono sinergie anche perché i turisti della Ferrari di Maranello, ad esempio, restano a dormire in zona solo nel 2-4% dei casi. Ci sono invece problemi di infrastrutture, parcheggi, viabilità, mentre mi chiedo perché la Modena-Sassuolo non è stata realizzata quando la crisi non c'era e giravano molti più camion di ora. Se n'è parlato tanto e chissà quanto abbiamo speso in consulenze. Infine il trenino Gigetto: è molto sporco, occorre migliorare e molto. Ma pensiamo al centro storico e a fare iniziative non episodiche».