Chioschi, i gestori vigilano «Chiederemo l’indennità»
Consegnata la notifica del provvedimento della Procura per l’area sequestrata Un onere per i concessionari: «Ci spetta un rimborso come custodi giudiziari»
Caso chioschi: ieri mattina i concessionari dei quattro cantieri al parco delle Rimembranze, attraverso l’avvocato Marco Pellegrini, hanno ricevuto la notifica della Procura che li obbliga a curare la sorveglianza e il buono stato delle aree sotto sequestro giudiziario nominandoli custodi per tutto il periodo in cui intercorreranno le attività giudiziarie. L’avvocato Pellegrini, però, al momento della consegna, ha fatto verbalizzare alcuni punti importanti che i gestori tengono a far conoscere al sostituto procuratore Claudia Natalini che sta conducendo l’inchiesta (da lei è partita questa disposizione). Primo: la custodia imposta dalla Procura ha un carattere estremamente oneroso per loro perché richiede ingenti spese e personale che attualmente fanno fatica a reperire, stante la difficile situazione economica in cui versano per le spese sostenute e la stagione estiva compromessa. Secondo: i concessionari si faranno carico della vigilanza, ma chiederanno di poter accedere ai fondi della Giustizia per ottenere un’indennità di custodia giudiziaria e un rimborso che li faccia rientrare delle spese. Infatti, i quattro chioschi sono sparsi lungo un tratto di tre isolati del Parco (dalla ex Questura fino all’incrocio con Canalchiaro) e non sono facilmente controllabili. Terzo: sottolineano che dal momento in cui la Forestale ha apposto i sigilli giudiziari, escludendo così ogni intervento diretto, la situazione delle reti di protezione è decisamente peggiorata.
Questi aspetti verbalizzati non avranno effetti pratici a servono soprattutto a fare il punto della situazione.
E intanto Enrico Benini di Forza Centro, a proposito dell’eventuale futura demolizione di questi chioschi vuole sapere chi pagherà i costi. «E prima ancora vogliamo sapere di chi sono le responsabilità, quali soggetti hanno operato fuori dalla legge, dirigenti comunali, di soprintendenze, e chi ha gestito i rapporti tra comune ed il gruppo di chioscai.
Questi soggetti, se ritenuti colpevoli, devono pagare personalmente e non con i soldi dei cittadini modenesi.
A ciò si aggiungono i costi per il ripristino, restauro e riproposizione dell'impianto a verde originario del parco. Infine Benini ricorda che «Se l’abbattimento estinguerà il reato di lottizzazione abusiva, è altrettanto vero che rimane il reato di danneggiamento di bene culturale vincolato»